di Massimo Ranieri – II vicepresidente di ANPRE
Nell’ambito del quadro normativo che ha di recente interessato le cosiddette professioni non regolamentate, tra le quali quella del perito RE, la legge 4/2013 riveste senz’altro particolare rilevanza in quanto introduce significative quanto innovative competenze in capo alle associazioni professionali di categoria.
Richiamandosi a quanto disciplinato a livello comunitario, infatti, detta legge conferisce talune attribuzioni che erano prima di esclusivo appannaggio delle professioni ordinistiche.
Le associazioni possono ora promuovere la formazione dei propri iscritti, adottare un codice etico di condotta, vigilare sull’operato professionale degli associati, definire le sanzioni disciplinari da irrogare agli associati inadempienti nonché promuovere forme di garanzia a tutela dell’utente-assicurato; ancora, possono rilasciare ai propri iscritti attestazioni su molteplici aspetti (regolare iscrizione del professionista, requisiti e standard qualitativi, possesso polizza RC…) previe le necessarie verifiche, sotto la responsabilità del proprio legale rappresentante, al fine di tutelare il consumatore e di garantire la trasparenza del mercato dei servizi professionali.
La nuova normativa permette inoltre di autorizzare i propri iscritti ad utilizzare il riferimento all’iscrizione alla associazione come marchio/ attestato di qualità delle proprie prestazioni.
ANPRE, dopo un lungo e laborioso iter procedurale, ha di recente (marzo 2016) ottenuto il riconoscimento ministeriale (MISE) e l’inserimento nell’elenco detenuto presso lo stesso ministero; abbiamo altresì prontamente costituito una commissione di lavoro per lo studio e l’attuazione delle procedure interne di adeguatezza anche al fine di evitare possibili sanzioni conseguenti all’attività di vigilanza esercitata dal MISE sulla corretta attuazione delle disposizioni di legge.
Appare evidente come tutto ciò comporti una assunzione di responsabilità da parte dell’associazione fino ad oggi impensabile, quale garante e certificatore dei propri iscritti.
Riteniamo però che detto impegno, se responsabilmente assunto e svolto, possa senz’altro contribuire alla crescita professionale degli iscritti, a tutto vantaggio degli stessi, ma soprattutto degli utenti-assicurati e delle mandanti.
Da sottolineare, in aggiunta e completamento al nuovo ruolo delle associazioni delineato dalla citata legge 4/2013 e come previsto ai sensi dell’art. 7 della legge stessa, l’inserimento nel contesto generale della recente norma tecnica UNI, che la categoria andrà meglio a conoscere in occasione dell’ormai prossimo convegno CPU di maggio p.v. a Cervia, volta anch’essa a definire e connotare la figura professionale del perito RE del prossimo futuro.
Pensiamo,infine, che sarebbe stato probabilmente preferibile per la nostra categoria l’ottenimento di un riconoscimento di tipo ordinistico ma, in considerazione dei ripetuti quanto infausti esiti dei vari disegni di legge succedutisi negli anni, l’attuale situazione costituisce senza dubbio una opportunità che compete a noi tutti cogliere e valorizzare, a cominciare dalla richiesta di riconoscimento di CPU al MISE tra le forme aggregative delle associazioni ai sensi dell’art. 3 legge 4/2013.
Concludo ringraziando ASSIT a nome di tutto il CD per lo spazio riservatoci.
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