di Francesco Cincotti (Presidente Cpu)
La Confederazione di Periti Uniti in poco più di un anno ha già conseguito tutti gli scopi per i quali era stata fondata, portando infatti a compimento:
- L’abbattimento delle barriere tra Associazioni, condividendo tutti i problemi e le opportunità della categoria e comparendo finalmente uniti e coesi rispetto al mercato assicurativo, che ha plaudito all’iniziativa;
- L’incarico ad un coordinatore esterno delle attività della Confederazione: si tratta di Maurizio Castelli, che molti già conosceranno per il suo passato da Risk Manager del Gruppo Pirelli e poi da assicuratore, e per il suo ruolo molto attivo nelle associazioni di categoria dei Risk Manager. Maurizio è persona di grande e variegata esperienza, avendo speso più di 30 anni nel settore assicurativo Corporate. Maurizio, che in conclusione di mattinata ha moderato la tavola rotonda intersettoriale, ha messo al servizio di Periti Uniti la sua esperienza, con il ruolo di coordinatore esterno delle attività di CPU, operando come consulente strategico e scientifico di CPU e quindi della nostra categoria, in un momento tanto delicato.
- L’unificazione della parte formativa, con corsi di altissima specializzazione, che hanno segnato il record di affluenza di sempre
- unificazione dei convegni delle varie Associazioni in un unico convegno (vedi Cervia 2016) e anche in questo caso riscuotendo il massimo interesse da parte del mercato assicurativo, mai registrato prima;
- sempre per la prima volta CPU è stata coinvolta da ANIA per il perfezionamento dell’accordo per “i sinistri in coassicurazione indiretta”;
- l’inquadramento normativo del “Perito Assicurativo” che è approdato all’ufficialità con la norma UNI 11628:2016
Rispetto a quest’ultimo punto, l’8 giugno scorso presso la prestigiosa sede di via Pantano di ASSOLOMBARDA, è stato organizzato un evento da CERSA (ente certificatore riconosciuto da Accredia), con il patrocinio di CINEAS, dove sono stati esposti i risultati, gli obiettivi e le sfide un anno dopo l’approvazione della norma: è stato l’ennesimo grande successo con un’affluenza di quasi 300 ospiti e tavole rotonde ove hanno partecipato esponenti di tutta la filiera assicurativa, dall’assicuratore stesso al broker, dai consumatori agli amministratori di condominio, fino ai periti stessi.
Di seguito il mio pensiero sui motivi che ci hanno spinto a perseguire con successo la strada della certificazione, e una sintesi di quanto emerso dalla giornata di lavori dell’8 giugno.
Oggi più che mai, il mercato Assicurativo, come altri, è pregno di compliance e best practise.
In qualsiasi paese assicurativamente maturo d’Europa e del Mondo, la pubblicazione di una norma ISO riguardante un fornitore cruciale della filiera, implica la corsa dei vari attori assicurativi a coglierne le opportunità: una siffatta certificazione, se osservata con intelligenza, costituisce un’occasione per tutti:
- per gli Assicuratori, l’opportunità sia pratica che reputazionale di distinguersi, disponendo di esperti certificati,
- per gli Intermediari, la possibilità di garantire ai consumatori un servizio controllato, tracciabile e soggetto a regole certe,
- per noi professionisti, una difesa da chi si improvvisa perito assicurativo senza alcuna qualifica.
Il quadro normativo, così come congegnato, è applicabile con grande efficacia soprattutto ad un contesto “retail”, ovvero nell’ambito di rischi ordinari, per lo più domestici, di fatto i più diffusi.
- la Certificazione è condizione NON SUFFICIENTE MA NECESSARIA: non è sufficiente a delineare in senso assoluto il profilo qualitativo del professionista e del servizio erogato, a 360 gradi, ma è certamente necessaria, quale requisito minimo indispensabile, e fonte di garanzie per tutti.
- la Certificazione alla Norma UNI 11628:2016 NON à OBBLIGATORIA per il professionista, bensì, come altre, è VOLONTARIA; ma attenzione per questo a non sottovalutarne la valenza, anche giuridica, e le ricadute sugli altri operatori del mercato: infatti, nel caso di una vertenza sulla gestione o liquidazione di un sinistro, ovvero se qualcosa va storto, l’Assicuratore si espone ad una maggiore vulnerabilità -rispetto agli esiti del giudizio- qualora sia dimostrata la mancata ricognizione in origine, da parte dell’Assicuratore appunto, di un professionista Certificato nel quadro di una Norma che è pubblica e che stabilisce Io standard tecnico di riferimento per la liquidazione di un sinistro a regola d’arte.
Colgo l’occasione dello spazio che mi viene concesso per ringraziare le persone che più hanno creduto in questo percorso e che credono cioè nella forza della competenza e della meritocrazia ed in particolare: gli ospiti e i panelist che hanno gentilmente accolto il nostro invito, Maurizio Grandi, amministratore delegato CERSA, che ha partecipato con passione e convinzione all’architettura dell’intero quadro normativo, il CINEAS per il supporto imprescindibile nella formazione dei nostri giovani professionisti e i colleghi Pietro Adorni, Marco Valle, Riccardo Campagna, Alberto Bianchi e Mauro Tamagnone, e tutti gli altri colleghi che hanno contribuito con le loro testimonianze alla buona riuscita della giornata.
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