di Fabio Fossati.

La sensazione è che, partendo dall’inizio di questo lungo periodo di Crisi, i cambiamenti nei rapporti tra Compagnie e Periti stiano accelerando.

Probabilmente è logico e normale.

Nella nostra epoca nessun settore dell’economia è immune da trasformazioni.

I Periti italiani, che le Compagnie vorrebbero sempre più “Imprenditori”, sono invece ancora soprattutto dei “superartigiani”.

In effetti continuano a dover essere prima di tutto dei professionisti “a tutto tondo”, con un ventaglio di competenze estesissimo ed in continua evoluzione, fatto che di per sé comporta anche la necessità di aggiornamenti costanti, per sé ed i propri collaboratori.

Devono saper gestire sinistri di complessità variabile, a prescindere dal valore unitario del danno, e nell’eventualità devono anche sapere come comportarsi nei formalissimi contenziosi dei Tribunali.

Da sempre devono districarsi nei rapporti e nelle esigenze fortemente contrastanti di: Clienti finali, Agenti, Liquidatori, Auditor, D.G., declinando di volta in volta quello che era il “Mandato” tradizionale di polizza, secondo le indicazioni dei diversi referenti.

Ed in modo diversificato per ognuna delle proprie Mandanti, che rispetto al passato hanno approcci sempre più differenziati al settore sinistri.

In più adesso, da qualche parte, devono anche saper proporre degli interventi di riparazione diretta, facendosi carico delle problematiche tipiche di altri tipi di imprese.

Come imprenditori poi, devono avere una flessibilità enorme in termini di variabilità di carico e distribuzione territoriale del lavoro affidato, sia che si tratti di incarichi più o meno tradizionali che di “new business”.

Magari di suo, la Categoria avrebbe fatto a meno di tanta parte di questo cambiamento, cionondimeno si sta adeguando.

Anzi ha anche voluto dimostrare di avere delle caratteristiche professionali distintive, le ha schematizzate, valorizzate e sta dimostrando di averne la padronanza attraverso la certificazione a Norma UNI 11628/2016, con la verifica da parte di soggetti veramente indipendenti.

Insomma, checché ne dicano i più critici, la Categoria si sta adeguando ai nuovi standard ed alle richieste del Mercato.

Prova ne è che anche nel “new business”, non stiamo assistendo a nessuna calata dei “barbari”, ed anzi le realtà peritali italiane, da molti ritenute sempre troppo piccole, continuano a risultare necessarie e sono coinvolte.

Indice del fatto che non tutta la competenza necessaria si può inventare ex-novo e che magari, tra tante “debolezze”, nel complesso abbiamo anche qualche punto di forza.

Se c’è però un settore nel quale gli sforzi della Categoria continuano a risultare minimi e non coordinati, almeno sino ad oggi, è la comunicazione.

Nel nostro stesso settore economico, vediamo tutti come anche le Compagnie abbiano esteso la propria attenzione, oltre ai canali pubblicitari convenzionali, anche ad iniziative sociali di molti tipi, ad Internet ed ai Social media.

Il ritorno di immagine passa anche attraverso iniziative che possono sembrare bizzarre (https://insurzine.com/assicurazioni-zurich-inclusione-2/), ma che alla fine portano polizze in più.

In altri termini: oggi non è più sufficiente dimostrare di avere delle “Qualità”, bisogna anche renderle “appetibili” per il Mercato.

Perché dobbiamo imparare a comunicare?

Tralascio qui ogni considerazione di “Personal Branding” o di “Self Marketing” aziendale.

Ogni perito, imprenditore o superartigiano che sia, porta avanti la propria strategia.

Mi riferisco invece all’immagine collettiva del Perito italiano R.E.

In un settore così altamente specializzato come il nostro, fuori dal ns. ambito ristretto la nostra identità è un po’ incerta, quasi misteriosa.

Sarebbe un grande risultato riuscire a far capire la sostanza del ns. lavoro all’utenza finale, che conosce (o meglio: sa riconoscere) solo i periti RCA.

Con la comunicazione dobbiamo far sapere sia ai nostri clienti attuali, che a quelli potenziali futuri ed a tutto il Mercato assicurativo, che abbiamo delle idee, delle iniziative e che siamo disposti a discuterle.

Comunicare le nostre idee stimola il dialogo, provoca – comunque positivamente – delle reazioni, e ci può consentire di influire in qualche misura nelle decisioni dei nostri interlocutori.

Per essere più pratici: per ottenere che qualcuno riconosca il valore della Norma UNI 11628/2016, bisogna anche ottenere il riconoscimento da parte del Mercato, delle “Qualità” che questa sottintende.

Le “opportunità” derivanti dalle dinamiche del Mercato, ovvero : “Il perito senza olio di palma”

 

E poi: se non impariamo a comunicare noi la nostra identità all’esterno, lo fa comunque qualcun altro al nostro posto.

Ma i risultati di solito non sono in linea con le nostre aspettative.

Sino ad oggi il massimo che abbiamo fatto collettivamente è stato attraverso la Confederazione delle Associazioni.

In precedenza venivano fatti solo dei Convegni, talvolta riusciti bene e talvolta meno.

Comunque sempre chiusi nel nostro ambito specifico, non aperti a tutte le realtà ed i soggetti del Mercato.

Sin dalla sua nascita l’Osservatorio ha scelto una strada diversa, e ne sta intraprendendo una nuova per il futuro.

 

In data 11/07/2017 è stata costituita la Società:

Osservatorio Online S.r.l.

con un proprio C.d.A., un bilancio economico, un Direttore responsabile, una Redazione con profili e compiti differenziati, una segreteria, ecc. ecc.

EDITORIALE Luglio

 

Ed anche dei progetti nuovi, stavolta aperti a tutto il mercato assicurativo, per far sapere a tutti che i Periti sono una realtà attiva che gioca il proprio ruolo nel Mercato.

www.itassicura.it

 

Grandi novità ci attendono.

 

Fabio Fossati, loss adjuster in Genova