di Nando Taglialatela

Mi sono trovato negli ultimi periodi ad assistere a strane azioni, abbastanza ambigue a mio avviso, da parte di cari colleghi.

Ambigue, perché non riesco a metabolizzare che nel 2018 possano esserci ancora  professionalità, per la  nostra categoria rappresentanti storia di eccellenze, che con un occhio mezzo aperto guardano a quello che il mercato richiede, adoperandosi ad adeguarsi, dotarsi di giusti mezzi tecnologici e di marketing necessari; mentre con l’altro occhio, vigile ben spalancato,  cercano ANCORA, di ostacolare l’associazionismo mirato alla tutela e valorizzazione della nostra professione a 360 gradi.

Non posso accettare che ancor oggi si possa prolungare l’agonia creatasi negli ultimi due  decenni, per nostra pura ignoranza, paura, incapacità collaborativa,  i cui risultati attualmente appaiono  evidenti, con uno smarrimento totale ed una precarietà minacciosa.

Mi ricordo una volta in CINEAS, durante una lezione di uno dei vari Master a cui ho avuto il piacere di partecipare, un illustre Professionista nella veste di docente, iniziò la sua lezione dicendo: “se tutto va bene, Periti diventerete dopo 20 anni di lavoro”. In quell’occasione esorcizzai tale affermazione con ironia, seppure alquanto demotivante,  rispondendo: “ok abbiamo sbagliato aula ragazzi!”. Oggi percepisco il vero senso di quella affermazione, quell’ IO gigante, superiore, sfumato da uno  stato di autodifesa, di chiusura totale, combattuta a tratti dall’obbligo assunto in quella sede nel trasferire ed insegnare.

Il cambiamento spaventa, sempre, smarrisce, toglie punti di riferimento che per comodità facciamo diventare ancore per la nostra esistenza, gli stessi punti di riferimento  che ci hanno portato per anni ad un immobilizzazione professionale, magari mirata solo all’aggiornamento personale.

Ma il cambiamento è inevitabile, tutto cambia. Il mondo è in continuo movimento, cambia ogni attimo e non possiamo fermarlo. Possiamo però diventare adotti ad esso, perché a mio avviso la vera scommessa è sempre stata cambiare se stessi.

Nel convegno Assit del 12 Aprile in Roma, ho avuto il piacere di essere intervistato dall’amico e collega Marco Ruggi, perché lo stesso aveva notato la mia silenziosa, indignazione durante il dibattito dell’assemblea CPU sulla possibile creazione  della associazione unica A+. Lì, dove Uomini con impegno, dedizione, lungimiranza, estrema passione e grande dispendio di energie, evidenziavano con leggerezza e incisività i vantaggi di questa splendida ed unica opportunità, si palesavano ostruzionismi futili, avallati da regole discutibili ma esistenti: chiare ed evidenti azioni atte a “difendere” il proprio status di potere economico e politico.

Voglio citare una frase di Robert Nozick, filosofo ed a mio avviso  uno tra più illustri esponenti del libertarianismo e del miniarchismo:

“Nel processo evolutivo va avanti chi è capace di cooperare, riuscendo così meglio a sopravvivere e a perpetuare la specie.”

Questa mia non vuol essere una retorica o  scarna nota critica verso qualcuno, ma un Appello, perché ogni critica può essere costruttiva solo se accompagnata da un’idea propositiva.

Voglio rivolgermi a due figure che simbolicamente ho paragonato nel titolo a Elefante e Farfalla.

A voi Elefanti, storici cultori ed esimi professionisti custodi della più alta espressione tecnica e culturale  di questo mestiere; voi che siete i principali responsabili dell’evoluzione professionale in atto;  vi chiedo di agevolarla, assisterla e di aprire gli orizzonti al di fuori delle mura che avete creato attorno ai vostri feudi. Non rendendovi ancora artefici di frammentazioni inutili e di esclusioni poco democratiche.

A voi Farfalle,  LIBERI professionisti e professionisti liberi intellettualmente. A voi,  che con la sempre viva voglia e passione per questa stupenda professione, lottate ogni giorno sul campo tra mille difficoltà confrontandovi costantemente con le sempre più esigenti richieste di mercato e l’inversamente proporzionale riconoscimento professionale. A voi/noi,   oggi  l’obbligo a non tacere; a voler valere, ad essere i principali promotori del senso di aggregazione e di crescita professionale usando quali armi essenziali, l’associazionismo, la formazione e le idee.

Ed a tutti i soci delle associazioni interessati da questa “fusione”, non lasciamo sfuggire questa ulteriore occasione di poterci affermare come categoria.

Inoltre, voglio pubblicamente proporre delle modifiche allo statuto della nuova A+,  ovvero:

  • l’inserimento di tutti i soci attuali delle associazioni aderenti, iscritti da più di tre anni, in regola con gli obblighi associativi, in qualità di soci Effettivi, purchè in possesso dei requisiti necessari per la Certificazione di 1° livello (profilo di base) in base dalla Norma UNI 11628/2016 con l’obbligo agli stessi di conferire tale certificazione entro 2 anni dall’iscrizione, pena decadimento del diritti di socio
  • Dare agli stessi il diritto immediato ad essere candidabili alle cariche e/o agli incarichi dell’Associazione.
  • La creazione di un Comitato Nazionale Giovani, che venga direttamente rappresentato all’interno del CDA, della nuova costituente associazione, da un rappresentante per ogni associazione coinvolta;  il cui compito sia raccogliere esigenze, idee, dei Collaboratori di Studio, con i quali poter creare progetti e promuovere la formazione professionale specifica, chiaramente supportati dai valenti organi in materia, magari creando comitati regionali presso le proprie sedi a titolo gratuito

Con queste righe non spero di cambiare le cose, ma di trovare Professionisti Liberi con voglia di ribattere, di criticarmi, di apporre note, concetti e pensieri su tali argomenti da me enunciati, perché sarà la realizzazione del vero fine a cui ho mirato con questi concetti: svegliare le singole coscienze.

Ringrazio per l’occasione.