di Aldo Rebuffi
Ricordare Alvaro nel mio ruolo di Presidente attuale mi porta profonda commozione. Il primo Presidente ed onorato del titolo di Eminente, perché dovuto, perché molto ha dato ai periti che oggi rappresento ed a quanti rappresentati dai miei colleghi Baggioli e Vaiano; senza tralasciare la rappresentanza di Cpu per la categoria tutta. Tutti dobbiamo sentirci reverenti verso un uomo, prima ancora che per il professionista perito, che nel clou della professione peritale ha saputo mostrare lungimiranza verso il nuovo, proponendo in tempi non sospetti l’aggregazione della categoria e l’importanza della comunicazione attraverso la rivista Osservatorio. Non ci siamo conosciuti molto, Lui impegnato nel nord ovest ed io nel nord est, in un‘epoca in cui i periti risultavano territoriali. Periodo in cui andata e ritorno in giornata Venezia Torino risultava un viaggio e non una trasferta. Il freccia rossa ancora non c’era e noi periti, anzi noi signori periti per considerazione e compensi, viaggiavamo in Alfetta tuttavia più lenta e meno affidabile di una attuale Fiat Punto. La fretta non era la priorità, poiché prevaleva la qualità. I rapporti interpersonali erano d’obbligo ed i rapporti con le Compagnie quotidiani per il necessario confronto. I liquidatori, anch’essi signori, negli anni di Alvaro risultavano essere gli interlocutori con cui confrontarsi per essere valutati. Il Presidente di una Associazione veniva considerato una personalità ed unitamente al proprio ruolo di rappresentanza gli veniva pure riconosciuto il compito di suggeritore per il recruiting periti delle Compagnie. Oggi tutto è mutato! Alvaro, ha abbandonato la professione e la carica di Presidente quando ancora la trasformazione del mercato non accennava a manifestarsi. Tuttavia, ebbe l’intuito per comprendere la necessità di cambiare, di consigliare i suoi colleghi della necessità di prepararsi al nuovo. Oserei dire, un uomo capace di annusare l’aria del tempo che cambia! Un uomo che ricordo gentile, sempre sorridente, alle volte impacciato per timidezza nel parlare in pubblico; difficoltà che superava con il suo entusiasmo e la dedizione per la categoria peritale. Lascia a me una eredità pesante e complicata perché il perito del 2018 è nell’occhio del ciclone. Lo è l’intero settore stante la transizione in atto dal vecchio al nuovo, all’incirca come è avvenuto per gli Istituti di Credito oltre un decennio fa. A noi Presidenti di oggi chiedono molto di più di quanto veniva chiesto ai tempi di Alvaro. Ancora vale la formazione, l’attività culturale e di rappresentanza, ma la priorità odierna, l’essenza della preoccupazione di tutti, risulta diventata il preservare il lavoro, ancora prima del reddito. L’attività di suggeritore recruiting dei Presidenti di un tempo, oggi non è più realizzabile, già è tanto riuscire a conservare il lavoro in tempi di vacche magre, figuriamoci l’ampliare le commesse. Rifletto su come si comporterebbe Alvaro nella confusione attuale. Probabilmente avrebbe le medesime nostre difficoltà nell’interpretare un mercato che impone la navigazione a vista, senza tuttavia indicarne la destinazione. Restano ancora di attualità le proposte di Alvaro per l’associazione unica e per la comunicazione giornalistica. A+ e l’Osservatorio Online, sono anche per me i cardini per costruire il nuovo. Alvaro, grazie di cuore a nome di tutti i periti.
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