di Sara Bonetti

Dopo gli eventi di Cervia dello scorso maggio, voglio fare un passo indietro e riportare le cronache del Convegno che ha visto i periti liquidatori incendio delle principali associazioni e i rappresentanti delle imprese di assicurazione per la prima volta insieme, in un unico appuntamento.

Sto parlando del Convegno di Montecatini del 25 e 26 ottobre 1999 la cui testimonianza, a firma di Gianna Boetti, è contenuta nelle pagine dell’ Osservatorio n. 14 del dicembre 1999.

I punti di contatto con quanto abbiamo vissuto non più di un mese fa sono numerosi ed eloquenti.

In quell’occasione veniva pubblicamente lanciato da Alvaro Lanteri, allora Presidente Eminente di Assit, il progetto di una Confederazione delle quattro associazioni peritali riconosciute (allora Assit, Aipai, Anpaird e Preas) con lo scopo di difendere la professione attraverso la concertazione e il dialogo.

La necessità di una maggiore tutela e regolamentazione da parte delle istituzioni veniva espressa da Dario Trentin (Anpaird), il quale sottolineava la centralità del ruolo sociale dei periti, non solo nell’ambito del contratto assicurativo, ma soprattutto nella prospettiva di potenziali accertatori e valutatori dei danni da calamità naturali su incarico della pubblica amministrazione.

Numerosi erano gli interventi – Angelo Camesasca (Ania), Marco Ferrero (Toro Assicurazioni),  Riccardo Campagna (Assit) – che ponevano l’attenzione sulla necessità di acquisire competenze sempre più specialistiche e settoriali, in un contesto economico in cui la globalizzazione dei mercati e la rapida evoluzione delle telecomunicazioni avrebbero creato le premesse per una corsa alla concentrazione delle società e all’evoluzione dei prodotti assicurativi.

Infine veniva analizzata, dal duplice punto di vista dell’utente assicuratore e dell’impresa assicurata, la problematica della scarsa cultura assicurativa in Italia, con gli interventi di Alfonso Desiata (Ania) e Innocenzo Cipolletta (Confindustria).

Oggi, come allora, ci troviamo di fronte ad una realtà che evolve rapidamente, molto più velocemente di quanto si potesse prevedere. Tuttavia è curioso osservare come molte delle  tematiche allora affrontate siano ancora estremamente attuali, e potrebbero rappresentare, per la nostra categoria, opportunità di sviluppo e di crescita ancora poco esplorate.

 PERITI E ASSICURATORI A CONVEGNO: UNA SITUAZIONE DA TEMPO AUSPICATA

Mondo assicurativo e peritale a confronto, nell’ottica di un migliore servizio all’utente. Sono state davvero intense le due giornate di Montecatini, il 25 e 26 ottobre, in cui si è discusso dei “ruoli e prospettive di assicuratori e periti liquidatori al servizio del cliente nella gestione dei danni patrimoniali”.

Molti approfondimenti, interessanti relazioni, dibattiti, tavole rotonde hanno animato la nutrita platea di questo significativo appuntamento: infatti, per la prima volta, i periti liquidatori assicurativi incendio delle principali associazioni ed i rappresentanti delle imprese di assicurazione hanno deciso di promuovere insieme un convegno unico.

Ha aperto ufficialmente i lavori il dottor Mario Orio, direttore generale dell’Ania, particolarmente soddisfatto del numero e del livello qualitativo dei presenti. Così ha commentato l’evento, che ha visto l’Ania e le quattro associazioni di periti liquidatori, Assit, Aipai, Anpaird e Preas, tutte riunite insieme: “siamo in una situazione che credo da tempo tutti auspicavamo, e quindi dobbiamo esserne particolarmente lieti”. Quanto al tema delle giornate, Orio ha messo in evidenza l’attenzione all’utente, al soddisfacimento delle sue esigenze: “la focalizzazione di questo convegno proprio sul servizio del cliente, credo proprio sia ciò che va particolarmente messo in evidenza”, ha commentato. Tale servizio, ha precisato, “diventa particolarmente difficile nel momento del sinistro, forse più facile nel momento in cui di va a fare le promesse, più difficile nel momento in cui le promesse devono essere mantenute con soddisfazione di tutte le parti interessate”. Per questo, ha sostenuto Orio, è particolarmente prezioso il compito dei periti liquidatori”.

Dopo il saluto del sindaco di Montecatini, il dottor Severi, che ha portato il benvenuto della città “che ha una tradizione antica, fin dai romani” ed ha fatto i suoi auguri per proficue giornate di incontro, si sono avvicendati con le loro relazioni i quattro rappresentanti della categoria peritale.

E’ proprio dallo scambio reciproco, dalla coesione, dal dialogo che si cresce, ci si perfeziona, si ottengono i migliori risultati. E’ quanto ha tenuto a mettere in evidenza nella sua introduzione l’ingegner Alvaro Lantieri, presidente Eminente dell’Assit: “prendere parte a questo convegno significa avere capito il valore del nostro lavoro”, ha commentato.

Bisogna fermamente credere nella crescita professionale, per questo l’Assit, ha ricordato Lantieri, “valorizza la formazione dei periti con periodici stages e corsi di aggiornamento”. Grandi sforzi vengono dedicati anche all’aspetto etico: “curiamo con scrupolo assoluto il rispetto delle norme deontologiche e promuoviamo la solidarietà tra i professionisti”. Per una professione tesa ai ragguardevoli risultati occorre, secondo l’ingegner Lantieri “essere uniti, avere obiettivi comuni: per questo noi crediamo e incoraggiamo il progetto di confederare le quattro associazioni peritali fino ad oggi riconosciute, rispettando le peculiarità delle singole compagnie, informandone i rapporti associativi, la condotta ai principi di solidarietà e concertazione”. In questo modo si può arrivare alla meta tanto auspicata “quella della difesa della nostra professione”, ha affermato l’animatore dell’Assit.

Il convegno è la conferma definitiva “del conseguimento dei nostri obiettivi primari, che si possono riassumere nel fare, fare bene e far sapere”, ha detto l’ingegner Marco Cincotti dell’Aipai, che ha evidenziato il processo di crescita dell’immagine della categoria dei periti liquidatori, resa possibile dalla formazione mirata ed alla raggiunta consapevolezza del ruolo. “io in questo momento parlo su incarico di tutte e quattro le associazioni presenti in sala, Assit, Aipai, Anpaird e Preas, non sono qui a titolo personale”, ha tenuto a specificare. Insomma “dovremmo impegnarci per incentivare la crescita delle nostre capacità e divenire competitivi in un mercato che si preannuncia a dir poco effervescente”, ha concluso.

La centralità del ruolo peritale è stata poi sottolineata dal dottor Dario Trentin dell’Anpaird: “è prevedibile che in un futuro prossimo il nostro lavoro sia destinato ad occupare non solo un ruolo tecnico-giuridico, ma anche sociale, sempre più necessario alle parti che sottoscrivono il contratto si assicurazione”. Per questo, ha rivolto un appello alle istituzioni, perché la professione sia maggiormente tutelata e regolamentata “soprattutto quanto verremo incaricati anche dalla pubblica amministrazione di accertare e quantificare i danni causati, per esempio, da calamità naturali”. E nel futuro, considerati i nuovi impegni che si andranno ad assumere, acquisirà importanza la sinergia fra studi peritali distribuiti sul territorio, per offrire un servizio sempre più efficiente e per ridurre i costi.

La cooperazione tra le associazioni peritali ha precisi vantaggi, ha sostenuto il dottor Mario Viscione della Preas: è infatti rilevante “non solo a livello intellettuale, ma anche in termini pratici, e ciò grazie alla possibilità di poter contare su un consistente numero di risorse di comprovate capacità professionali”. Per questo, occorre una preparazione sempre più approfondita: “la necessità da tutti sentita di un continuo aggiornamento deve essere lo sprone per dar vita ad un percorso comune”, ha commentato.

Ma quale futuro, in quali situazioni, con quali modalità i professionisti si troveranno a lavorare? “l’odierno contesto economico in cui operiamo è costituito da uno scenario in rapida evoluzione”, ha premesso il ragionier Angelo Camesasca dell’Ania, precisando che i due elementi che caratterizzano il quadro attuale sono la globalizzazione dei mercati e l’incredibile evoluzione delle telecomunicazioni. “Il primo fattore ha fortemente accentuato il livello di competizione fra le aziende, creando le premesse per una frenetica corsa verso la concentrazione; il secondo fattore contribuisce a creare le premesse per l’evoluzione dei processi di distribuzione dei prodotti assicurativi”. Infatti, ha osservato Camesasca, cambiano le esigenze e i bisogni degli utenti dei prodotti assicurativi, sia per le aziende sia per le famiglie. Ad esempio, le aziende, soprattutto quelle di grandi dimensioni, sono sempre più preoccupate dei nuovi e più accentuati rischi finanziari a cui si sentono esposte e che devono finanziare. Nascono così prodotti che possono integrare soluzioni tradizionali con soluzioni di natura finanziaria. Si tratta dei processi ARTS, Alternative Risk Transfer Solution, ovvero soluzioni alternative per il trasferimento dei rischi, da cui derivano i prodotti (Multi year e Multi line) per aziende con fatturati superiori a 4-500 miliardi.

Camesasca ha fatto poi alcune riflessioni sul disegno di legge relativo alla riforma delle professioni: quali possibili riflessi avrà la normativa? “Desidero anzitutto sottolineare la centralità che continuerà ad avere il ruolo del perito assicurativo, quello del sinistro”, ha commentato. Si tratta di un’attività di alto profilo, che richiede elevate competenze tecniche e buone capacità relazionali e di comunicazione. Da qui, la necessità di un costante aggiornamento professionale, sia per affrontare nuove problematiche, sia per l’evolversi dei prodotti assicurativi. “Chi saprà aprirsi alle nuove esigenze di specializzazione e di contenimento dei costi si porrà in posizione di chiaro vantaggio rispetto a chi si manterrà legato a modelli certamente efficaci nel passato, ma non più coerenti con le nuove esigenze”, ha detto Camesasca.

La perizia tra presente e futuro. Su questo aspetto particolarmente rilevante dell’attività peritale, si è sviluppato un significativo dibattito, definito appunto “Perizia oggi, perizia domani”.

Un notevole contributo al tema è stato offerto dall’ingegner Adelchi Cellani della Ras, che ha parlato della gestione dei sinistri di massa e di quali vantaggi si pensa di ottenere da una riforma del trattamento di tali sinistri. Da parte delle compagnie c’è l’esigenza di un attento controllo dei costi di gestione e l’impegno nella ricerca dei modi per migliorare le proprie prestazioni nei confronti dei clienti. “Una buona base di partenza può essere la diffusione delle polizze multirisk, che permettono di coprire tutti o quasi i bisogni degli assicurati persona, questa è già una cosa che le compagnie stanno facendo” ha precisato Cellani. Occorre poi maggiore attenzione alla soddisfazione dei bisogni del cliente “che per i sinistri di massa sono soprattutto la velocità dell’intervento, eventualmente l’assistenza diretta nel ripristino, oppure la velocità di pagamento”.

Cosa succede nelle altre realtà europee? In Inghilterra il 70 per cento del lavoro peritale è in mano a tre ditte, c’è “una forte concentrazione di brokers, che accentrano potere contrattuale e impongono periti, con un prevedibile ulteriore processo di concentrazione del mercato peritale”, ha spiegato l’ingegner Cellani. In Francia, negli ultimi due anni, una grossa società inglese ha comprato decine di “Cabinet d’expertise”, diventando la seconda realtà nazionale: in Spagna e in Germania si diffondono società di servizio che effettuano la riparazione dei danni.

Quanto all’Italia “tutte le maggiori compagnie di assicurazione paiono avere intenzione o necessità di modificare l’attuale processo di gestione e liquidazione dei sinistri di massa”. Infatti, ha detto Cellani, anche in Italia i tempi sono maturi per la spaccatura in due distinti processo di liquidazione: la gestione dei sinistro di massa e la gestione e la liquidazione dei sinistri industriali o di medio e grande importo. E’ convinto: “esistono i presupposti per costruire in tempi non lunghi un processo informatizzato e standardizzato che a costi notevolmente ridotti per le compagnie e per i periti aumenti la qualità percepita dal cliente finale”.

Questi, insomma, i fattori del cambiamento: la concentrazione, la razionalizzazione, la specializzazione, la compressione dei costi e dei tempi, l’automazione per i sinistri di massa. Tutti elementi dettati dal nuovo assetto legato all’Unione Europea, dall’espansione delle società peritali estere, le pressioni sui costi delle compagnie, le nuove tecnologie.

Ha condiviso questo punti di vista l’ingegner Marco Ferrero, della Toro Assicurazioni, che ha puntualizzato quanto sia ormai indispensabile rivolgere l’attenzione al di fuori dell’ambito nazionale, nell’ottica di una maggiore attenzione alle esigenze dell’utenza. “Le compagnie di assicurazione che si trovano a vivere in questo momento di cambiamento e di competizione, hanno accentrato la propria attenzione soprattutto sulla centralità del cliente, ha spiegato l’ingegner Ferrero.

Ha analizzato poi i sinistri complessi, su cui ha fatto alcune considerazioni. Per quanto riguarda i sinistri che possono arrivare fino a venti milioni, “resta prioritario nella gestione dei sinistri di massa, la qualità, la velocità e il contenimento dei costi”, ha precisato. Per quanto riguarda invece i sinistri che ha definito “veramente complessi”, Ferrero ha detto innanzitutto che le compagnie dovranno scegliere periti di provate capacità professionali, fondate sulla formazione e sull’esperienza acquisita. Da qui il fondamentale ruolo delle associazioni peritali, “che devono contribuire il più possibile a formare i loro soci, ai quali trasmettono tutta una serie di informazioni atte a provocarne la crescita professionale”.

Ecco allora che cosa fare per regolare i sinistri complessi: contenere i costi, attraverso la razionalizzazione della rete e la razionalizzazione del modo di operare degli studi.

Infatti questi “dovranno sapersi avvalere in modo efficace ed economico dei consulenti tecnici specializzati nei vari settori, dalla valutazione dei danni strutturali ad un fabbricato alla valutazione dei preziosi o di oggetti d’antiquariato”, ha commentato l’ingegner Ferrero.

Un progetto per la realizzazione di uno studio peritale è stato presentato dall’ingegner Riccardo Campagna, socio Assit. Strutturato come un’impresa, lo studio peritale deve essere pensato in relazione al suo cliente, la compagnia assicuratrice, di cui bisogna verificarne esigenze e richieste, ravvisate dall’ingegner Campagna in “intervento tempestivo, tempi di liquidazione sempre più corti, perizie chiare standardizzate, parcelle concordate ai costi inferiori degli ultimi dieci anni, riduzione del corpo peritale, abbattimento dei costi”. Occorre poi che tale studio si specializzi: “il nostro studio dovrà quindi decidere di che cosa occuparsi: sinistri di massa, sinistri complessi, sinistri di massa e complessi”. A fronte di quanto prospettato, “ciò che certamente andrà ricercato è il miglioramento del servizio per chi detiene professionalità specifiche particolari”, ha concluso l’ingegner Campagna.

Il rapporto contrattuale tra utente e assicuratore in caso di sinistro è stato uno dei momenti centrali di tutto il convegno. Su questo argomento è stata organizzata un’autorevole tavole rotonda, moderata dal giornalista Rai Stefano Camozzini, esperto di questioni economiche, in cui si sono registrati interventi di spicco.

Il presidente dell’Ania, il dottor Alfonso Deisata, ha precisato che questo rapporto “fa parte di una catena complessa, che parte dalla polizza, attiva al servizio, che vuol dire pagamento puntuale di un danno nei limiti del lecito pagare”.

Il dottor Desiata ha ricordato che le assicurazioni non godono di buona fama: “non abbiamo una buona nomea sul mercato: gli assicuratori sono considerati da una parte delle persone ricchissime, che non hanno dei problemi di bilancio e dall’altra delle persone stranissime che non vogliono mai pagare un danno”, ha commentato. Eppure qualcosa si sta muovendo: “la verità è che stiamo facendo dei bei passi avanti in questo problema del rapporto con l’assicurato”. Infatti, ha detto, “noi veniamo da un mercato che era quasi di obbligatorietà negli anni Settanta – Ottanta, finalmente siamo arrivati ad un mercato della volontarietà”. Ora c’è competizione, “adesso ci rimproverano addirittura che abbiamo troppi modelli di polizza”.

Quello che va considerato con severità sono i fenomeni di arricchimento improprio che ancora si registrano. “Qui chiediamo rigore”, precisa il dottor Desiata, sia con interventi legislativi per punire più duramente l’arricchimento improprio, sia chiedendo ai medici legali di essere severi, o quanto meno giusti, e alla categoria peritale di essere particolarmente attenta nel valutare la perizia. “Dobbiamo essere più severi con noi stessi”, ha ancora precisato, chiedendo un maggior rigore anche nei confronti dell’assicurato, a cui va fatto capire che il premio è calcolato per coprire un’area di rischio non impropria, l’area del giusto risarcimento.

Un settore in evoluzione, quello assicurativo. Cambiano gli scenari e gli approcci con gli utenti. Quale ad esempio il rapporto tra impresa e assicurazione? Sull’argomento, più che mai interessante e attuale, ha svolto un’ampia relazione il professor Innocenzo Cipolletta, direttore generale di Confindustria.

Cipolletta ha specificato che “anche per il mondo dell’impresa sta cambiando l’approccio nei confronti dell’assicurazione”. Infatti, per il direttore generale di Confindustria, sempre più l’assicurazione rappresenta per l’impresa una soluzione a due esigenze che sono necessarie nel mondo dell’economia: “da un lato noi dobbiamo vivere con il rischio, e dall’altro le imprese devono operare nella certezza e nella sicurezza”. Per questo ci sono le assicurazioni, le quali riescono a combinare questo “miracolo” – così lo ha definito Cipolletta – di mettere insieme una vita di rischio e quindi di consentire agli imprenditori di tentare soluzioni che portino profitto, altrimenti verranno a mancare loro gli stimoli per continuare l’attività. E’ per questo che le aziende devono imparare a trattare questo fattore delle assicurazioni come un normale fattore di produzione. Quello che ha invocato Cipolletta è la trasparenza nei rapporti, la chiarezza nelle condizioni contrattuali e la semplificazione del “linguaggio degli esperti”, normalmente usato nelle polizze.

Parlando della professione peritale, il direttore generale di Confindustria crede che “nell’ambito delle assicurazioni un compito importante della valutazione del danno è rilevante”, infatti la professionalità dei periti è fondamentale per fronteggiare il fenomeno delle frodi delle assicurazioni, che ha pesanti ricadute sui prezzi e sui costi. Non solo: “c’è un altro elemento fondamentale, che è quello della determinazione effettiva dei prezzi delle prestazione”, ha detto Cipolletta, intendendo la necessità di valutare quello che è effettivamente il danno, un’operazione che richiede professionalità e competenza,

Ancora una questione ha affrontato il direttore generale di Confindustria, quella della diversità di comportamento territoriale nel nostro Paese. “abbiamo imprese nel Mezzogiorno che si trovano a pagare costi giganteschi o addirittura a vedersi rifiutare la copertura perché si trovano in zona ad altissimo rischio”, ha detto. Se non si riesce a risolvere il problema significa che “il sistema non funziona”. Ma la soluzione ci deve essere: “vale la pena mettersi intorno ad un tavolo e cercare difarlo funzionare”.

Gianna Boetti