Il 13 maggio 2014 il Presidente Assit, ing. Riccardo Campagna, il Direttore della Sede Ania di Milano, dott. Franco Caldera, e la dott.ssa Lorenza Desiata, per conto della Famiglia Desiata, in Trieste presso il Notaio Chersi, hanno costituito, in nome e per conto dei suoi Fondatori e Sostenitori, l’Associazione Centro Studi Biblioteca Alfonso Desiata ottemperando a quanto stabilito all’unanimità dall’ultimo Consiglio di Biblioteca tenutosi a Milano il 14 aprile 2014 per dare prosecuzione, secondo quanto indicato dal Presidente della Biblioteca, dott. Paolo Masini, al proposito di trasformare l’organismo in un’entità a sé stante, assumendo – in prospettiva – la configurazione di una fondazione volta alla diffusione della cultura assicurativa. Alla costituzione hanno partecipato anche il prof. avv. Andrea La Mattina, il dott. Flavio Accarigi e lo scrivente. La partecipazione attiva all’atto costitutivo dell’Associazione da parte della Famiglia Desiata, la quale ha fra l’atro autorizzato l’utilizzo da parte dell’Associazione del nome “Alfonso Desiata” ai fini e per gli scopi associativi, e quella di Ania danno ulteriore lustro a un organismo che si prefigge di stimolare l’attività di formazione, di studio e di ricerca in campo assicurativo. Il primo progetto che l’Associazione Centro Studi Biblioteca Alfonso Desiata si è proposta di mettere in cantiere è lo studio sulle attività antifrode nel ramo property con l’intenzione di divulgare gli esiti dei lavori in occasione di un convegno da tenersi a Torino, cui potrebbe far seguito l’uscita editoriale di un volume contenente i relativi atti. Il 15 maggio 2014 il dottor Masini e il vice presidente della Biblioteca, geom. Roberto Queirolo, hanno presentato la neo associazione e le sue finalità ai partecipanti dell’annuale Convegno Assit di Bologna ma hanno anche intrattenuto i presenti su un volume, facente parte della collezione della Biblioteca, scritto nel 1921 dall’ing. Giudo Vaccari ed avente per titolo “La liquidazione dei danni di incendio e di furto in rapporto alle assicurazioni”. Non è risultato possibile risalire al curriculum dell’autore del libro, il quale ha però affrontato, quasi cento anni fa, problematiche ancora attuali tanto da essere oggetto proprio della riunione congressuale di Bologna: “La disciplina dell’attività peritale nei rami rischi diversi”. I relatori hanno anche fatto cenno ad alcune curiosità estratte dal libro:

  • (… omissis …) nel dubbio di una interpretazione contrattuale, deve adottarsi l’interpretazione favorevole all’Ente assicuratore secondo quanto dispone l’Art.1137 del C.C.. L’articolo si riferisce al Codice Civile del 1865 che rappresentò il primo codice civile del Regno d’Italia e fu emanato il 2 aprile 1865 insieme ad altri codici. Sostituì le leggi e i codici civili che vigevano autonomamente e separatamente negli antichi Stati pre-unitari. L’attuale Codice Civile è stato emanato con il regio decreto 16 marzo 1942, n. 262;
  • (… omissis …) in linea generale (il Perito, n.d.r.) rifiuterà offerte di vettura privata per parte dell’assicurato e tanto meno permetterà che questi si assuma la spesa di vettura incontrata dal “Perito” nel sopralluogo. (… omissis …) dovendo operare in una città od in un paese, se accettasse di pranzare dall’assicurato, è opportuno che eviti ciò anche se trovasi in campagna, facendosi eccezione solo in casi specialissimi quanto il sopralluogo avviene presso fattorie molto distanti da centri abitati e qualora il “Perito” debba trattenersi in sopralluogo un’intera giornata, altrimenti è consigliabile ritardare l’ora del pasto e ristorarsi altrove ancorché ciò riesca di sacrificio. La professione del “Perito”, ben si sa non è tra le più comode, spesso i sopralluoghi sono faticosissimi, perciò chi ama gli agi e la vita sedentaria conviene che scelga altro mestiere. Al “Perito” ben si addicono i versi del Divin Poeta : Sedendo in piuma in fama non si vien, né sotto coltre. Questo è quanto dice Virgilio a Dante quando lo stesso, dopo aver salito l’ardua parete che porta dalla sesta (gli ipocriti) alla settima bolgia (i ladri), vinto dalla stanchezza, si siede sull’argine per riprendere fiato. Virgilio lo esorta infatti a togliersi di dosso ogni torpore, poiché chi si adagia sulle piume o sotto le coperte di un letto non conquista la fama, e chi muore senza fama lascia in terra una traccia di sé che dura quanto il fumo nell’aria o la schiuma nell’acqua. (… omissis …) che tali sinistrati sono poi i più ostinati a riconoscere per eque le giuste deduzioni del perito della Compagnia, dimostrando che quell’inopportuno accesso di cortesia, di deferenza e di fiducia, non aveva altro scopo che quello di indurre il “Perito” a moderare il suo giusto e dovuto rigore a favore del sinistrato stesso. Questi interessanti spunti sono poi stati oggetto delle tavole rotonde che si sono succedute.

A cura di: Roberto Queirolo