di Marco Ruggi
“Il Saggio ascoltò attentamente il motivo della visita, ma disse al ragazzo che non aveva tempo per spiegargli il segreto della felicità. Gli suggerì di fare un giro per il palazzo e di tornare dopo due ore. Nel frattempo voglio chiederti un favore concluse il Saggio, consegnandogli un cucchiaio da tè su cui versò due gocce d’olio. Mentre cammini, porta questo cucchiaio senza versare l’olio. Il ragazzo cominciò a salire e scendere le scalinate del palazzo, sempre tenendo gli occhi fissi sul cucchiaino. In capo a due ore, ritornò al cospetto del Saggio. Allora, gli domandò questi, hai visto gli arazzi della Persia che si trovano nella mia sala da pranzo? Hai visto i giardini che il Maestro dei giardinieri ha impiegato dieci anni a creare? Hai notato le belle pergamene della mia biblioteca? Il ragazzo, vergognandosi, confessò di non avere visto niente. La sua unica preoccupazione era stata quella di non versare le gocce d’olio che il saggio gli aveva affidato. Ebbene allora torna indietro e guarda le meraviglie del mio mondo, disse il Saggio. Non puoi fidarti di un uomo se non conosci la sua casa. Tranquillizzato, il ragazzo prese il cucchiaino e di nuovo si mise a passeggiare per il palazzo, questa volta osservando tutte le opere d’arte appese al soffitto e alle pareti. Notò i giardini, le montagne circostanti, la delicatezza dei fiori, la raffinatezza con cui ogni opera d’arte era disposta al proprio posto. Di ritorno al cospetto del Saggio, riferì su tutto quello che aveva visto. Ma dove sono le due gocce d’olio che ti ho affidato?, domandò il Saggio. Guardando il cucchiaino il ragazzo si accorse di averle versate. Ebbene, questo è l’unico consiglio che ho da darti, concluse il Saggio dei saggi. Il segreto della felicità consiste nel guardare tutte le meraviglie del mondo senza mai dimenticare le due gocce d’olio nel cucchiaino”.
Così spiega il segreto della felicità Paulo Coelho nel suo bestseller L’Alchimista. Per analogia di propositi affini positivi, mi sono domandato:- “ed il segreto della qualità?”. Come si potrebbe spiegare il segreto della qualità riferito alla filiera del sinistro? Se per la felicità il raggiungimento sta nell’atteggiamento di equilibrio, forse non potrebbe essere medesima la considerazione se riferita alla qualità. Eppure, i cardini della qualità per come negli ultimi anni ci viene chiesta a noi periti sono due, 30 giorni e costo medio! Certamente le gocce d’olio nel cucchiaino, 30 giorni e costo medio, non le perdiamo, tanto siamo concentrati sull’obiettivo. Ed il danno? Beh, il danno per come viene ritenuta soddisfacente la qualità dal nostro committente, non è paradossalmente determinante che lo vediamo noi periti, possono farlo anche i subalterni abili di fotografia o di gimkana nel traffico. L’importante è che non si distolga lo sguardo dalle due gocce d’olio, 30 giorni e costo medio. Questi sono i diktak imposti, non negoziabili, ai quali tutto il settore dei sinistri è invitato ad attenersi. Dico tutto il settore, poiché le nostre perplessità sono pure condivise dagli uomini di Compagnia e per loro le direttive sono ancor più imperative, in un momento in cui la preoccupazione della conservazione del lavoro non risparmia nessuno. Non posso certo essere io ad ipotizzare il segreto della qualità! Per questo sarò in prima fila al convegno di Cervia della Confederazione Periti Uniti; proprio per sentire finalmente parlare della qualità a tuttotondo, non solo quella degli obiettivi. Andrò convinto che la certificazione Uni del Perito possa finalmente risultare utile per valorizzare la nostra professione, attualmente potenzialmente svolgibile da chicchessia. Andrò anche per apprendere se il lavoro con le Compagnie è giunto verso il capolinea o diversamente siamo in un momento di difficoltà di idee, che si ripropone in torni e ritorni storici. Foss’anche la mia precipua preoccupazione fosse l’essere rimpiazzato da un perito interno di Compagnia o dalle grandi società di perizie, riparazione, bonifica o per bene definirle, “faso tuto mi”, che detto in veneto rende bene l’idea, con l’eventualità di essere escluso da un albo fiduciari che, oggi come nel 2001, si vuole massicciamente restringere. A Cervia vorrei incontrare tanti colleghi, per raccontarci e sapere quanto sta avvenendo in territori lontano dal mio, perché condividere e sapere è fondamentale per le strategie individuali. Le nostre Associazioni ci danno la possibilità di esserci, con impegno e fatica per l’organizzazione dell’evento: sospendiamo il quotidiano, prediamo il vestito bello dall’armadio, carichiamoci del buonumore assopito e partiamo per la Romagna. Tutti e dico tutti, dobbiamo andare al convegno di Cervia. Per farci vedere numerosi e sentire propositivi. Il futuro della categoria peritale dipende tantissimo da noi medesimi. L’occasione è storica, forse unica, poiché il dopo convegno potrebbe essere scritto a Cervia. Per questa ragione la redazione dell’Osservatorio ha ritenuto di dedicare due speciali, l’edizione di questo mese e del prossimo, all’evento di Periti Uniti, aprendosi a tutte le associazioni peritali per ospitare loro articoli. Perché il perito no motor è uno soltanto, anzi è Uni.
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