di Marco Ruggi

Per questo editoriale di fine estate, inevitabilmente coincidente con la ripresa lavorativa, mi sono andato a rileggere quello scritto per il medesimo mese dell’anno passato. Sovente lo faccio, per riprendere i fili, per non ripetermi. L’anno scorso mi sono dilungato sulla riparazione diretta, sulle esigenze nuove di mercato e su Periti Uniti. La prima riflessione e che non vi nascondo, è la grande difficoltà nel raccontare qualcosa di nuovo; anche per un giornalista in erba come me le novità, le notizie fresche alimentano l’estro e fanno battere le dita sulla tastiera. Il cambiamento inesorabile raccontato l’anno passato, ha certamente necessità di un suo corso, tuttavia mi pare sia messo a cavalcioni  di un bradipo piuttosto che di un cavallo che corre veloce quanto vorrebbe il mercato. Non dimentichiamo che le logiche aziendali hanno pianificazioni biennali o triennali al massimo: si fa l’investimento e, va o non va nel periodo pianificato. Vero è che il nostro settore risponde ad altri pensieri, ma la perplessità che i cambiamenti debbano comunque essere pianificati e governati da date certe, mi resta. Anche in ragione degli investimenti e della psicologia  emozionale determinante per il buon clima di rinnovamento, che si attenua inesorabilmente nell’attesa. Chi ha provato la gioia di diventare papà o mamma sa che già al primo mese ti danno la data e l’intertempo è il momento del vero cambiamento che matura nell’io. Queste riflessioni valgono sia per la riparazione diretta che per Periti Uniti. Per la prima proseguono i test di molti Assicuratori, mentre permane l’attesa di UnipolSai: il timore è che d’emblée si debba poi partire. Per la seconda, la Confederazione, proseguono i lunghi tempi di silenzio, quasi da far risultare il convegno di maggio un trascorso al passato remoto. Eppure, le riflessioni esposte rappresentano la contraddizione, perché in realtà di attività ne sono state fatte tante e su tutti i fronti. Forse, tanto lavoro è inconcludente o meglio pensarlo inconcluso, ma il lavoro fatto tanto è stato sia per il verso degli Assicuratori che di Periti Uniti. Mi sento di osservare che se gli Assicuratori non devono  rendere conto a noi periti di quanto fanno, ben diverso è invece per la Confederazione. A Cervia ci siamo contati in 500 entusiasti professionisti che riunitisi per volontà propria hanno rappresentato  il futuro coeso della categoria. Sono trascorsi quattro mesi e di Periti Uniti si è persa notizia, se non fosse per parte di questa rivista che ogni mese prova ad informare dell’attività della Confederazione. Sovente sono contattato da colleghi per fornire notizie su quanto si fa e se si fa. Rispondo sempre che i lavori in Periti Uniti proseguono, con difficoltà, ma con grande impegno in particolare del Presidente Campagna. Opinione diffusa è che Periti Uniti sia Riccardo Campagna: Assit risulta la vera protagonista della Confederazione. Lo dicono i periti, lo dicono gli Assicuratori e non lo riporto per la soddisfazione di parte, bensì per rimediare semmai all’immagine da trasferire dell’unica squadra che vince.  Cervia ha lasciato il segno! Il periodo di silenzio perdurato per quattro mesi dal convegno sono tanti. Forse perché nulla di nuovo c’era da raccontare o forse la ragione vera rimane quella che l’esigenza  di comunicare fatica ad entrare nel dna del perito assicurativo. Si insiste, involontariamente certo,  nel dimenticarsi della base associativa: dei 500 di Cervia, chi vuol sapere non può che attingere al passaparola.  Provo a fare il mio “lavoro”. Ritornando a quel di Cervia, ci siamo congedati con l’indicazione condivisa di incaricare un manager. Mi risulta non sia stato semplice trovare la figura adatta, tuttavia il candidato è stato individuato e siamo ad un passo dall’ufficializzazione del mandato. Figura quella del manager, indispensabile. Fabio Fossati si è dimesso da Anpre ed Anpre medesima ha provveduto a revocarlo dalla rappresentanza in Periti Uniti. Tenuto conto che fra tre mesi scadono le cariche annuali, sia per parte di Fossati che di Baggioli ci si poteva attendere scelte differenti. Fossati ha dato tanto per Periti Uniti e se ne avvertirà la mancanza. Questo è quanto al momento, senza dimenticare che con l’anno nuovo cambia il Presidente di Cpu e……tutto resta ancora da scrivere. Nell’estate, sono partiti gli esami per la Certificazione del perito liquidatore assicurativo, sulla scorta della norma Uni 11628: un primo esame si è tenuto a luglio a Milano, questo mese ancora a Milano ed a Roma. Il drammatico terremoto di agosto ha proposto una ulteriore opportunità per noi periti, sponsorizzata al governo da Cineas come avvenuto per il terremoto de L’Aquila ma con percentuale elevata di esito diverso. Assit è entrata nella fase preelettorale e dal mese prossimo conosceremo i candidati di lista, mentre per il Presidente dovremo attendere le elezioni di fine anno. Non conta tanto il chi sarà, bensì che il neo Presidente prosegua l’impronta innovativa, seppur diversa, di Queirolo prima e di Campagna dopo. Non sarà facile, ma Assit deve conservare il podio della prima associazione peritale italiana, non per anzianità, non per il numero degli associati. Per le idee innovative, per la determinazione nel fare, per la capacità aggregativa anche nel verso della riparazione diretta, per  il desiderio di coinvolgere i giovani e le donne perito, per la rappresentanza dei periti singoli e delle società peritali, per l’impegno alla formazione ed al voler fare cultura, nonché, permettetemelo, per essere diventata opinionista della categoria tramite questa rivista.  Queste caratteristiche fanno di Assit la prima vera associazione peritale italiana.