di Marco Ruggi
La mutazione! In attesa di novità vere delle quali parlare e di Periti Uniti che persevera nell’oblio manifesto se non fosse per il nostro Fabio Fossati che ufficiosamente ci informa che stanno lavorando, vorrei riservare ancora attenzione alla nostra categoria professionale, filone peraltro già avviato nei precedenti editoriali. Mi assumo l’ardire di tracciare un giudizio sulla figura professionale del perito assicurativo, alla stregua di una prova qualitativa, attitudinale e prestazionale di una autovettura piuttosto che di una motocicletta o di un cellulare. I pro ed i contro del perito assicurativo. Una sorta di gioco per valorizzare la nostra professione e non certo per sminuirla, ma esposta con obiettività di meriti o demeriti per i lettori dell’Osservatorio. Per gli Assicuratori che sovente dimenticano il valore del nostro intervento, ma anche per noi periti medesimi che manchiamo della consapevolezza di essere il meglio in assoluto del professionista italiano.
PRO. La completezza di competenze tecniche, multidisciplinari direi, unitamente alle accentuate capacità relazionali distinguono il perito assicurativo da tutte le altre professioni. Esperto di estimo, di costruzioni, di meccanica, di informatica, di agraria e di tutte le altre discipline tecniche, lo rendono un tuttologo con specializzazione. Specializzazioni man mano sempre più marcate, perché la figura del tuttologo non risponde appieno alle imperanti esigenze di rinnovamento. Per similitudine, allo scopo di chiarire il reale valore delle nostre competenze, potremmo richiamare il medico generico del corpo umano, con specializzazione successiva e maturata nella pratica. Vorrei con quest’affiancamento evidenziare che il perito assicurativo con specializzazioni sul terremoto, sull’incendio o sui danni ambientali non è certo da meno a categorie privilegiate perché più diffuse e note. Esperto inoltre di diritto assicurativo, di giurisprudenza e conciliazione alla stregua del miglior avvocato. Disponibile ed infaticabile sempre. Il professionista al quale chiedere di risolvere le rogne, anche meramente per la capacità di gestire con abilità il contraddittorio. Il professionista in grado di coniugare il sapere al cuore, sapendo di essere investito di un ruolo sociale nei frangenti di gravità locale o nazionale quali per esempio gli eventi catastrofali. Capace di operare in emergenza, per l’urgenza reale della calamità o semplicemente perché vessato in ragione della tempistica. Sempre curioso di apprendere cose nuove e tanto appassionato al proprio lavoro da dedicare tempo e denari per continuare a studiare. Un professionista umile che ama la propria professione a tal punto da lasciarsi morire piuttosto di accettare contraddizioni o rinnovamenti sul proprio ruolo.
CONTRO. Individualista in assoluto. Incapace di fare sistema o comunque di convincersi che l’unione fa la forza. Conservatore sempre e scarsamente incline al rinnovamento. Poco libero professionista e ben più pseudo dipendente di Compagnia. Mediocre manager ed imprenditore, disposto ad investire più sulla sua persona che sull’organizzazione. Nel suo Studio non si muove foglia che Lui non voglia! Tanto abile comunicatore nel piccolo consesso del sinistro ed altrettanto impacciato nell’esprimere il suo pensiero in un’aula pubblica. Per certi versi un po’ “codardo”, perché preferisce i biasimi da corridoio all’esposizione pubblica: incerto ed indeciso anche, ma soltanto al di fuori del contesto peritale. Inabile nello spendersi e rappresentarsi, concentrato nell’autoincensarsi con i colleghi dimenticandosi di fare marketing delle proprie abilità verso il mercato.
Troppa enfasi nell’esporre i pro ed i contro? Penso di no. Forse ho dimenticato alcune peculiarità positive o negative e per questo chiedo a Voi lettori un commento di integrazione se lo riterrete. Se dovessi concludere con un voto il mio giudizio, darei un otto e mezzo per quanto sono maggiori i meriti dei demeriti. Eppure è per quei modesti contro che il perito assicurativo è a rischio mutazione. La mutazione! I recenti e numerosi film sui super eroi, rappresentano in stile fumettistico e fantascientifico la trasformazione dell’uomo verso capacità nuove teatralmente affascinanti per lo spettatore. In realtà null’altro di nuovo se non la naturale evoluzione della specie avvenuta in milioni di anni se è vero che discendiamo dalle scimmie o dai delfini. Al super eroe perito assicurativo, affinchè non patisca l’estinzione è richiesta capacità di adattamento. Per rimanere in tema fumettistico, piaccia o non piaccia, il nemico del momento è la riparazione diretta. Sia per chi non l’affronta e sia per chi ha cominciato a combatterci tutti i giorni. Verso il nuovo, al perito con il martello di Thor, sono richieste ulteriori e nuove competenze: approfondimento dell’estimo e maggiore esperienza cantieristica; meno dottrina e più pratica. La mutazione prevede l’addestramento specialistico per risolvere fattivamente il problema del ripristino del danno, non più soltanto un computo. Un professionista ancora più completo, con competenze tecnico/manuali di cui erano dotati tutti i primi professionisti del XX secolo, capacità carenti nelle giovani leve di professionisti di mera formazione accademica. La mutazione è necessaria, perché non va tralasciato nell’evoluzione generale che anche gli altri mutano. Pensate, e se fosse il muratore a mutare arrivando a sostituirsi al perito. Ricorda qualcosa l’esperienza fenomeno elettrico? Il super eroe dei fumetti al pari del perito è solitario per antonomasia. Tuttavia, la Marvel infine ha rappresentato gli Avengers, perché solo in gruppo risulta possibile affrontare con successo il nemico. Periti Uniti non è la Marvel, ma se i fumetti servissero ad ispirare…
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