Partecipare ad una missione umanitaria in Madagascar mi ha impedito di essere presente all’VIII corso Assit di Bologna realizzato in collaborazione con Cineas e per questo mi rammarico non potendo portare resoconto diretto dell’incontro formativo. Dai pareri raccolti risulta soddisfazione per i due giorni trascorsi ai banchi di “scuola” sia per l’interesse degli argomenti che per l’occasione piacevole di confronto con i colleghi nelle cui circostanze si ritrovano amici. Per quanto appreso, il relatore di Generali ing. Capuzzo è stato tra i più apprezzati, seppure il livello degli argomenti trattati sia risultato di elevato taglio ingegneristico. Mi permetto in tal senso di osservare che così dev’essere, sennò che corso formativo sarebbe. Noi professionisti non dobbiamo ritrovarci interessati e coinvolti solamente dalle tematiche che mastichiamo nel quotidiano. Curiosità e voglia di apprendimento restano lo stimolo costante per lo studio ed il perito mai dovrebbe smettere di studiare quale investimento per la propria professionalità. Rischi tecnologici ed energie rinnovabili, sono stati gli argomenti trattati nel corso ed hanno richiamato la partecipazione di ben 83 professionisti. Non male!

Assit certamente non può essere biasimata per inoperosità; verso i soci e verso la categoria del perito in genere. Come scrive il nostro Presidente Campagna nell’Osservatorio cartaceo di prossima stampa, che per l’importanza degli articoli avrà un posto importante nelle nostre librerie, Assit, l’associazione più giovane, per attività svolta ed innovazione portata, risulta il motore di rinnovamento del nostro settore. Ed io aggiungo che siamo anche i più veloci nel decidere, nel fare, nel coinvolgere, con a volte quell’audacia sorridente che ci permette di affrontare argomenti considerati improponibili. Le tematiche affrontate con gli Assicuratori in occasione del nostro convegno di maggio in Bologna, né sono la prova. Anche in occasione della videointervista di questo mese realizzata in Reale Mutua per la gentile disponibilità del dott. D’Elia si è casualmente discusso di un argomento tabù: la parcella!   Mi viene sovente domandato per curiosità, come si svolgono le videointerviste pubblicate nella rivista. Nulla di particolarmente complesso. Si preparano le domande, anticipandole all’intervistato affinché possano essere condivise, viene organizzato il set di ripresa da parte della troupe per poi procedere all’intervista vera e propria. Né fa seguito il montaggio del video e l’accettazione del risultato da parte dell’intervistato e nel caso di Assicuratori anche dell’Ufficio Stampa di Compagnia. Come per ogni evento che da privato diventa pubblico, anche per noi esiste una sorta di backstage, un dietro le quinte, di cui non si narra.  Mi pare invece interessante riportare il backstage avvenuto nell’intervista con D’Elia, proprio perché l’argomento “tabù” parcella è stato sviluppato. Inaspettatamente, con nulla di programmato, in serenità e con interesse manifestato per l’Assicuratore e per il perito. Non si è sortiti con la ridondante e stucchevole lagna generica, proposta da noi periti ogni qualvolta ci si presenta l’occasione:- “con le parcelle che ci pagate….”,  “per quanto pretendete…”. No! Si è arrivati all’argomento durante l’excursus delle domande predisposte per l’intervista, per interesse dell’Assicuratore che ha ritenuto di cogliere la circostanza per avere da Assit un parere sugli onorari. Non ci siamo sottratti alla consultazione, per Assit, per la categoria peritale tutta. Abbiamo parlato di esigenze della Compagnia, di costi oggettivi del perito per la mobilità del sopralluogo e dell’opportunità di un vero confronto. Siamo stati ascoltati con intelligente interesse. Siamo consapevoli che con il giusto approccio possiamo contribuire alla scelte interne delle Mandanti. Ci siamo fatti convinti che il rimandare ancora la costituzione della Confederazione di cui da tanto si parla, ci frena nella rappresentanza collettiva. Già, la Confederazione! I Presidenti da me intervistati nel giugno scorso avevano pronosticato  il termine ultimo dell’anno per condividere il nuovo percorso. Per doverosa informazione, allo stato risultata tutto rallentato; non per mancanza di volontà nel fare, bensì piuttosto per questioni interne ad alcune Associazioni che hanno indotto a rimandare l’impegno. Aipai  ha avuto le elezioni del nuovo cd ed è atteso il nome del  Presidente: neo Presidente al quale inoltro fin d’ora richiesta di disponibilità per una videontervista. Anpre, che doveva  nascere dalla fusione di Anpaird e Preas, al momento non decolla ed i tempi prospettati per una vera nuova Associazione con unico Presidente sembrano rimandati al 2016. Chissà quante cose saranno cambiate entro il 2016! Il Collegio Lombardo nel contesto, non può che  assumere posizione attendista. Ed Assit, che fa? Assit, quale motore di rinnovamento del settore è pronta per decidere, per deliberare, per fare subito nell’interesse della categoria. Resto convinto delle buone intenzioni di tutti gli attori partecipanti alla costituzione della Confederazione, tuttavia permane la mia perplessità circa i tempi attuativi. La velocità della tartaruga non si addice alle scelte importanti che vanno prese subito, per rimanere allineati al cambiamento in atto da parte del mercato. UnipolSai ha deciso di abbandonare l’Ania, notizia di questo mese, riportata  non solo dalle cronache settoriali ma anche dalle testate giornalistiche nazionali. Nel 2011 anche Fiat aveva abbandonato Confindustria, sua associazione di riferimento. In sostanza emerge che i grandi contenitori di rappresentanza, vivono un momento di crisi per i sempre più differenti interessi che si trovano a dover rappresentare e l’insoddisfazione degli iscritti viene manifestata con l’uscita che a volte può fare scalpore ed a volte passa inosservata. Le Associazioni peritali non possono ritenersi estranee al cambiamento ed all’insofferenza presente nel loro interno. Per i rappresentanti delle Associazioni quindi l’essere sordi, ciechi o lenti nel decidere, potrebbe costare la perdita di soci importanti. Serve oggi più che mai il coraggio di cambiare. Prima di rimanere soli.

Marco Ruggi