di Marco Ruggi

Dedicato a Flavio. Chi è Flavio vi chiederete. Flavio, nome reale o di fantasia, è un perito di età compresa tra i 40 ed i 60 anni, che ha dedicato tutto di se per la professione. Un perito che negli anni si è formato, ha investito convinto che il mercato assicurativo meritasse vero impegno, che a prescindere dalle dimensioni di studio raggiunte, ha saputo darsi una organizzazione con dipendenti e periti.  Flavio non ce la fa più! Cerca di capire, di rinnovarsi ed ulteriormente osare, ma il dilemma vero, la cruda realtà dei fatti, il muro invalicabile, è che la professione del perito assicurativo non è più sostenibile economicamente. Sia per Flavio titolare che per il più giovane Andrea, altro nome reale o di fantasia per rappresentare il perito di recente professione, perché i costi assorbono la gran parte del compenso e quanto avanza di redditività determina poco interessante l’attività. Nulla di nuovo da molti anni a questa parte direte Voi, ed invece no! Flavio resiste caparbio e non molla, fino alla fine a proteggere il forte, disposto ad accettare marginalità prossima allo zero. Andrea no. Acquisita un minimo di competenza peritale comincia a guardarsi intorno, cambia struttura per 1 euro in più, perché oramai di questo si parla, per poi rendersi conto che se trova una occupazione fissa da dipendente guadagna di più. Normalmente è il passaggio dal regime dei minimi a quello ordinario il momento di crisi per Andrea. Nuovi giovani periti non se ne trovano più. Un lavoro che non richiama e non appaga economicamente. Ma la vera novità non sta in questo. Sta nel fatto che un sistema stressato da anni, nel momento in cui diventa insostenibile…si rompe! Come un giocattolo che cade e va in frantumi. Il giocattolaio avrà ben ragione di arrabbiarsi ma una volta rotto non sarà così immediato ricostruirlo. Forse Flavio riuscirà per la sua attitudine alla resilienza a stare qualche mese senza lavorare, ma una Compagnia senza i Flavio e gli Andrea, quanti giorni potrebbe resistere. Allora, come ci si può spiegare tutto questo; che l’assicuratore sia impazzito? Assolutamente no! L’assicuratore ha un’altra visione. Cerca altro ed altrove. Immagina un mercato senza il perito e non soltanto senza Lui. L’assicuratore sta riscrivendo il processo dal momento di accadimento del sinistro alla sua liquidazione. Pensate come avviene oggi la filiera del sinistro pur con le differenze di organizzazione. Assicurato, agenzia, perito, riparatore/rimpiazzo se previsto, liquidatore. Immaginate di accorciare la filiera. Chi togliereste? Azzardo. Agenzia, perito, liquidatore. Alan Iny, direttore associato di New York della Boston Consulting, in una recente presentazione ha portato l’immagine di una bicicletta collegata ad ali di uccello. Un ornitottero dell’ottocento. “L’ornitottero copiava il volo di uccello, ma non è mai riuscito a sollevarsi in volo”. Prosegue Iny: “Finchè tu penserai che per volare devi copiare un uccello, non creerai un aereo. Per inventare un aereo devi abbandonare l’idea dell’uccello”. Le aziende stanno pensando a nuovi schemi ed ipotizzano qualcosa di stravolgente. L’intelligenza artificiale è una di queste, senz’altro quella che rivoluzionerà il mondo del lavoro e le società umane. Già esiste per l’auto. Per i sinistri di Flavio l’intelligenza artificiale tarderà a rimpiazzare il suo operato nel breve, perché è tale e tanta la complessità del patrimonio edilizio del vecchio continente che la standardizzazione dell’auto è inimmaginabile. Tuttavia, la volontà di accorciare la filiera di cui ho accennato è forte e prevedibile a tempi brevi. Già si notano i primi sintomi di quanto aleggia nell’aria: liquidatori più attenti per valorizzare al meglio la loro funzione, alcuni anche infastiditi della possibilità che il perito li soppianti o viceversa come già successo, gestori dei fiduciari sempre più cruenti. Flavio, la sensazione è che si voglia governare la rottura del giocattolo, come per quegli elettrodomestici costruiti per funzionare a tempo; due, tre anni poi ti puoi rompere, perché è stato pianificato il nuovo. Ciò spiega anche perché c’è un ritorno di Renzo, altro nome immaginario o reale,  il perito singolo, con una impiegata a mezza giornata, l’ufficio a casa ed un garzone di bottega. Lo si gestisce meglio e porta risultati. Nel contesto temporale ipotizzato di questi due/tre anni, Renzo si colloca al meglio. Come in una storia già scritta, prima del grande salto c’è un forte ripensamento. Dall’esternalizzazione all’internalizzazione,  questo sta avvenendo in molti casi. Caro Flavio, dopo questi miei pensieri di realtà quotidiana, ben lontani da quanto viene raccontato nei vari consessi di incontro, che siano organizzati da assicuratori o da periti, non vorrei averti abbattuto nel morale. Prova  a guardare il lato positivo della medaglia e considerare il periodo storico un momento fenomenale per opportunità. Certo, saranno riservate a pochi queste opportunità, ma il piacere della sfida è grande e vale la pena tentare. Flavio, Andrea e Renzo, non dimenticate però di guardarvi attorno pensando ad altro da poter fare e riportando un altro pensiero di Alan Ivy: “Serve pensare con nuove scatole (scatole per indicare modelli mentali che ingessano la struttura). Se pensi di essere una azienda di penne, continuerai a fare soltanto penne. In Bic quando hanno pensato a nuove scatole, si sono messi a produrre altri prodotti di plastica, come rasoi ed accendini”.  Sembra facile ragionare così; in realtà non lo è se si tengono convegni sul tema. Ivy suggerisce come esercizio di prendere un foglio bianco e scrivere i propri modelli mentali. Quindi provare ad immaginare come farebbe un altro al mio posto. Flavio, prova ad immaginare come farebbe Marco al tuo posto ed io provo a fare altrettanto immaginando te al mio. Chissà, magari non inventiamo l’aereo ma certamente con l’aggiunta di una birra, ci divertiamo un sacco.