di Marco Ruggi.

L’innovazione nell’emergenza.
Scrivo questa sera rientrato dal convegno milanese Innovation by ANIA, avvolto e coinvolto in mille pensieri. Sophie, l’umanoide che ha interloquito con la Presidente Ania ha dato dimostrazione che l’intelligenza artificiale galoppa più dell’immaginabile. Mi sento il vecchio che guarda il mare ed ipotizza che il mare sul quale da sempre ha navigato non permetta più di galleggiare: come sarà la terra con un mare nelle cui acque si sprofonda? E se il fondale fosse meglio della superficie? Riflessioni umane segnate dall’incognita dei film di fantascienza, con la differenza che la fantascienza è oggi realtà. Ho apprezzato molto il convegno Ania dedicato al tema della salute per organizzazione ed esposizioni. La salute non è tematica del nostro lavoro, tuttavia gli spunti sono stati molteplici. Ne riporto uno su tutti. L’innovazione affascina tutti, ma tutti ci riflettono quanto ho fatto io e crea contraddizioni: l’assicuratore vuole innovare, oramai tra app e tecnologie strane, non sa più cosa proporre al proprio cliente, tuttavia per contro è preoccupato che l’assicurato apprenda troppo del prodotto, tanto da rifuggere dai canali assicurativi tradizionali, le agenzie in primis. Questo per gli Assicuratori tradizionali che hanno la maggior difficoltà di convertire una organizzazione conservatrice; più una opportunità  invece per i nuovi player, non solo colossi mondiali dell’e.commerce o dei social, ma anche per le banche che stanno insinuandosi nel ricco mercato delle polizze. L’innovazione coinvolge tutto e tutti, cogliendoci impreparati per la velocità subdola di cambiamento ben lontana dai nostri ritmi biologici. Tuttavia, è vana la speranza di arrestarla, che ci piaccia o no non resta che considerarla come una speranza di opportunità. Anche se non è detto che migliorerà il benessere di vita e travolgerà il consueto quotidiano. Attenzione, work in progress,  tutto sta avvenendo adesso toccando anche valori ed etica, rovesciando il giusto o lo sbagliato per come l’abbiamo appreso. Spostare il peso economico del compenso professionale sul danno, argomento quanto mai attuale per la nostra categoria, è una scelta che fa riflettere. Perito, ti pago poco poco ma ti lascio fare altro business è  un’eresia deontologica che sta convincendo quanti spingono per innovare. Il perito cambia e diventa non più soltanto un tecnico commerciale ma un intermediario del danno; a ragione, ancor di più se riflettiamo sul fatto che non tutti i professionisti si sono organizzati con impresa propria e non è detto che lo vogliano fare. La professione è una cosa, l’attività edile un’altra. Perito uguale intermediario del danno assicurativo, broker delle riparazioni o come qualcuno ironicamente ha ipotizzato, la genesi del  nuovo professionista, il BROKERITO! Scherzi a parte, dove sta il giusto o lo sbagliato, lo decida ognuno di noi: la morale e l’etica sono sempre più personalizzabili. Tuttavia, sono questioni ed argomentazioni focali per la nostra categoria ed il cambiamento tecnologico ed etico, non possiamo lasciarlo soltanto alle decisioni di altri. Le società di servizi dei processi liquidativi, oramai molte nel panorama italiano, hanno la necessità di trovare un luogo per fare aggregazione, per discutere di queste tematiche, per affrontare i propri interessi e  fare lobby di categoria. Assit, leader delle associazioni peritali per innovazione,  ha avuto la forza di cambiare pelle diventando per statuto rinnovato, l’associazione delle società di capitale organizzate per i servizi assicurativi  dei processi liquidativi. Assit ha fatto il primo passo. Ha lanciato un sasso nello stagno convinta che il cerchio delle adesioni si allarghi. Il momento è topico e tutti gli imprenditori delle società sono chiamati per portare il loro contributo. Il momento va colto con entusiasmo poichè con tutte le criticità di investimenti fatti e ritorni incerti, possiamo ora, insieme, costruire il futuro. Mi sento di congedarmi dalla vecchia Assit, salutando tutti i liberi professionisti periti, prospettando che il focus dell’Osservatorio saranno gli interessi delle società. Intanto medito su quale sia la strada migliore da intraprendere per il perito del domani, per il Brokerito. L’importante è che il mare consenta ancora di navigare galleggiando.