di Marco Ruggi.

DUE PIU’ DUE NON FA QUATTRO.

Cari lettori l’Osservatorio riprende vitalità e spinta dai nuovi associati Assit che nella veste societaria di imprenditori sentono l’esigenza di dire la loro. Non più soltanto una rivista mensile online composta da articoli e videointerviste, ma un vero blog di discussione con numerose iniziative di supporto. Il tutto nuovo lo stiamo preparando, affidandoci ad un piano di comunicazione vero, che permetta la nostra presenza  sui social e nel mondo reale, a servizio delle società iscritte. Non voglio togliere la sorpresa anticipando progetti, tuttavia già in questo numero dell’Osservatorio troverete l’articolo dell’amico Massimiliano Masia, Ceo dell’emiliana Agree Srl, che presenta se stesso e la società di servizi dei processi liquidativi che rappresenta, oltre ad offrirci spunti di interessante riflessione. L’Osservatorio desidera riservare spazio ad ogni società associata affinchè si presenti e racconti di sè: la pubblicità costa e noi la offriamo gratis agli iscritti Assit.  Il piano di comunicazione in allestimento prevede pure attività ludiche relazionali e di aggregazione. L’incontro è per il primo giovedì di ogni mese, riservato alle società iscritte ed ad invito per ospiti scelti, in centro a Milano per un goliardico apericena: un must irrinunciabile per le società di servizi dei processi liquidativi che già il prossimo sei giugno potranno fare il primo brindisi con i bicchieri. Stiamo pure organizzando il convegno per l’autunno ma su questo progetto vi lascio a bocca asciutta. L’Osservatorio Srl, ha ora un nuovo Presidente nella persona della dott.ssa Silvia Rofani, che saluto e ringrazio per aver accettato la sfida: quante volte ho scritto che il nostro mondo, appesantito dai tanti anziani,  ha necessità di giovani!  Silvia, ci attende tanto lavoro e contiamo su di te per essere catalizzatori di iniziative riservate alle giovani leve, sulle quali  tutte le società hanno bisogno di investire programmando una formazione rinnovata ed attualizzata.

Fatte queste premesse, quasi una sorta di comunicazione di servizio, avrete ben inteso che l’Osservatorio ed Assit hanno ambiziosi progetti da sviluppare. D’altro canto l’esigenza delle società di lavorare unite condividendo pianificazioni strategiche è impellente ed improrogabile. Due più due non fa quattro lo raccontavamo ai neo periti in formazione per rappresentare la parte mobile commerciale della stima, che come ben tutti sapete nel nostro ambiente risente di mille fattori estranei alla matematica. Purtroppo il due più due non fa quattro, l’ambiente assicurativo lo estende oltre la stima e può essere usato quale metafora di un mondo relazionale non affidato alle logiche. Sono bravo e lavoro…non è detto. Mi organizzo e ricevo più incarichi…..dove sta scritto. Investo tanto per risultare preferibile….anche questo potrebbe e non potrebbe. Tutto questo ben lo sanno le società che, chi più chi meno, hanno investito tantissimo per seguire i progetti degli assicuratori. Non sarebbe corretto fare un fascio di tutti gli assicuratori, ma in ogni caso allo stato attuale, nel bel mezzo di una transizione strategica il cui orizzonte non è chiaro, gli investimenti fatti dalle società sono tutti ad alto rischio ed in balia dell’assicuratore medesimo. Molteplici le ragioni. In primis il fatto che ancora le nostre società faticano a diventare azienda e soccombono di fronte a logiche ben lontane da quelle ordinarie di mercato. Difficile trovare in altri ambiti un committente che impone al fornitore azienda, organizzazione e costo del bene, senza contratto a salvaguardia. Per analogia di comportamenti mi viene da ricordare il costruttore torinese di automobili,  che negli anni d’ora si narra abbia vessato tutto l’indotto dei fornitori invogliandoli a lavorare soltanto per lui per poi imporre strategia e costo della prestazione. Percorso arrogante che la storia ricorda con epilogo magro sia per il fornitore che per il per committente. Le nostre società non hanno quindi in tale contesto valore alcuno e si disilludano quanti ancora pensano di essere seduti su una cassaforte. Potrebbe mai un investitore pensare di calarsi in una società di processi liquidativi, sia peritale che altro, quando il due più due non fa quattro e basta un funzionario a decidere per la ghigliottina? Il mercato chiede venti società per coprire l’Italia intera: le società ci credono ed investono, ma nel contempo lo stesso mercato alimenta confusione e frammentazione con lavoro canalizzato in mille rivoli. Tuttavia, tranquilli, per questo verso l’investimento è ben riposto e non ci saranno ritorni al passato. Il futuro è segnato positivamente esclusivamente per le società grandi ed organizzate. L’azienda, se questo dobbiamo tutti diventare,  non può risultare personalizzata ed ancorata a commessa tipica della prestazione professionale pura. Due più due non fa quattro neppure se un nostro  competitor va male, ipotizzando di trarne vantaggio: esiste solo l’effetto domino, se succede all’altro succede domani a me ed Assit vuole essere presente a sostegno del proprio associato in difficoltà: vogliamo esserci sempre per affrontare le problematiche che affliggono  le società e pesano sugli investimenti fatti. Quanto racconto è esclusivamente per rappresentare la necessità di fare forza comune tra tutte le società dei processi liquidativi. Il nostro lavoro serve eccome e non è rimpiazzabile  nell’immediato, ma la frammentazione di rappresentanza  concede troppo potere al committente.

Due più due farebbe quattro se tutte le società dei processi liquidativi, peritali, riparazione diretta, fenomeni elettrici, bonifica, broker ed altri ancora, decidessero di unire le forze per rappresentare i propri interessi congiuntamente. Esiste un tempo per attendere ed un altro per agire e quest’ultimo tempo è arrivato.  Assit  con la nuova veste societaria e l’Osservatorio con la nota vena provocatoria, hanno intrapreso questo nuovo cammino di rappresentanza delle società, perché due più due deve fare quattro!