di Marco Ruggi.
Benvenute le critiche. Un verde campo di calcio. Due squadre. Quella degli assicuratori, quella dei provider. Un arbitro assicuratore. Una partita in cui le regole del gioco passano dal calcio al rugby senza indicazioni. Questa storiella ha colpito nel segno all’avvio del convegno, per ricordare che se all’imprenditore cambi le regole del gioco mentre è in corsa, questo soccombe al mercato. Ma un altro giochino è stato fatto all’abbrivio in quel di Rimini. Quello dell’età! Alla richiesta verso la platea:-“si manifestino quelli della decade dai 20 ai 30, dai 30 ai 40….”. Le decadi maggiormente rappresentative sono risultate le due dai 50 ai 70. Nessuno dai 20 ai 30, a parte qualche accompagnatore vacanziero come mio figlio. Combriccola di anziani quella del mondo sinistri. La constatazione, che meriterebbe ben più che una riflessione, la dice lunga sullo stato di salute del nostro settore. Ci tornerò sull’argomento, perché questione focale! Il convegno è andato bene, anzi più che bene per noi organizzatori che in meno di 30 giorni ed a cavallo del ferragosto, abbiamo concretizzato l’evento. Vorrei però tralasciare gli apprezzamenti per concentrarmi sui biasimi raccolti. Quelli maggiormente significativi.
Al convegno c’erano quattro gatti! Si, forse, non saprei dire. Il numero preciso è stato registrato in 123 presenze. Per me tantissimi! Perché? Perché l’associazione ha 30 iscritti! Perché 30 imprenditori che tuttalpiù decidono di portare uno o due fedelissimi, possono contribuire alla realizzazione di una platea di 70/80 persone non di più. Un provider mica si porta dipendenti e collaboratori al convegno dei lobbisti; quelli li manda ai corsi formativi. Serve una nuova visione! Se i provider sono pochi, minori saranno anche le presenze ai convegni. Al convegno dei tassisti mi attendo un fiume di presenze, a quello dei piloti di aereo molti di meno.
I provider non hanno il fatturato medio di 4 milioni di euro. L’ho affermato io e lo riconfermo: i provider hanno un fatturato medio di 4 milioni di euro che messo insieme vale un mercato di ca. 120 milioni di euro. Il perito non ha perso tempo e subito ci ha fatto i conti in tasca. Quattro milioni diviso X per perizia, moltiplicato Y, detratto Z e mettiamoci anche una proporzionale dai, porta al risultato che non ci sono sul mercato sinistri sufficienti per dare ragione all’affermazione. Ma NO! Noi siamo i provider. Facciamo si le perizie, ma in aggiunta facciamo le riparazioni in forma specifica, gestiamo il fenomeno elettrico, facciamo le bonifiche, pure le ricostruzioni e magari a breve ci inventiamo di fare altro ancora purchè remunerativo.
Nella neo nata Assit/Assofuturo sono pochi i provider effettivamente grandi. La solita critica del grande al piccolo. Come in tutte le associazioni ci sono iscritti di maggiori dimensioni ed altri di minori. Ci deve essere spazio per tutti, nel senso che tutti quelli che hanno avuto od avranno l’ambizione di saltare il fosso per fare imprenditoria, per provare a diventare azienda, da noi troveranno casa. Poi, come ben è stato rappresentato al convegno, smettiamola di ragionare soltanto sulle dimensioni come fosse l’elemento di valutazione. Per risultare in vetta devi essere grande grande? Balle! Conta la marginalità, la redditività, che nulla hanno a che fare con il dimensionamento. Quanti colossi economici ritenuti intoccabili sono falliti negli ultimi anni? Penso a Nokia, nel settore a noi affine possiamo ricordare Lehman Brothers, oppure recentemente il colosso dei tour operator Thomas Cook. Ed un Provider o uno studio peritale? Possibile per gli ostinati una caduta come birilli al bowling o semplicemente l’abbandono per quelli che sanno farsi i conti in tasca.
I Provider hanno competenze per gestire soltanto i sinistri di massa. Altra bufala. Le competenze ci sono, stante che la maggior parte dei provider nasce da professionisti noti più per i rilevanti che per la massa. Competenze che inserite in una logica di procedure avanzate del provider danno valore aggiunto al lavoro del professionista. Studi peritali senza capacità a gestire i sinistri rilevanti e Provider invece in grado di farli, o viceversa, in questa fase di passaggio c’è di tutto. Anche delle botteghe si narrava che tenessero prodotti migliori dei supermercati, mentre oggi chi ci crede più.
Questi vogliono fare un sindacato. Vogliono imporre le loro logiche. Cosa ci si inventa per screditarti! Anche se dichiari pubblicamente che non è quello che vuoi!
Perché se ho ufficializzato che scopo primario dell’associazione è rappresentare gli iscritti e nello specifico fare lobby, vieni tacciato di voler fare la Cgil e che sei come Landini pur se di uguale risulti soltanto l’età. Nel nostro paese le rappresentanze vengono sempre viste negativamente, mentre essere lobbista altrove è un lavoro professionalmente di valore. Invito ad ascoltare il Direttore Relazioni Istituzionali dell’Ania, dott.ssa Antonella Azzaroni nel video postato su Youtube dal titolo “lobby è rappresentare gli interessi”. I provider sono figli illegittimi delle Compagnie di Assicurazione. La genesi parte da UnipolSai. UnipolSai ha lanciato il primo sasso nello stagno, generando un anello nell’acqua che si è allargato e si allarga ancora; al rallentatore, ma si allarga! I figli, da piccini, ascoltano ubbidienti e fanno ciò che la mamma dice. Poi arriva l’adolescenza con tutti i problemi. I giovani si interrogano e pretendono di essere ascoltati, alzano la voce, dissentono, criticano, mai però con l’intento di rompere il legame; la buona madre per contro, si presta al confronto e si interroga a sua volta per migliorare. Noi provider, come figli in età adolescenziale ci stiamo interrogando e vogliamo soltanto essere ascoltati per il confronto con la madre, per migliorare e costruire il nuovo insieme.
Stanno già cominciando a litigare. Non arrivano al panettone. I gufi sono tanti. Ma stai sereno! Ripetendo un noto politico. Noi litighiamo o litigheremo? Al momento è una luna di miele. Poi certamente arriveranno le difficoltà come scritto per ogni matrimonio, ma ciò non significa rompere bensì maturare insieme. Noi siamo avanti, già ragioniamo per festeggiare le nozze d’argento.
Benvenuto il biasimo che mi ha permesso di chiarire ed essere esplicito sull’associazione. Associazione viva e vegeta di cui ripetutamente vi giungerà notizia.
Commenti recenti