di Marco Ruggi.

Ogni fine d’anno l’apocalisse. Sono dell’idea di suggerire alle Compagnie di anticipare al 30 novembre o posticipare al 31 gennaio la chiusura dell’esercizio annuale. Almeno potremmo risultare meno sacrileghi, tornando a festeggiare il Santo Natale per il Bambino che nasce e non per l’obiettivo raggiunto: ciò vale per noi Provider e pure per i dipendenti di Compagnia, anch’essi sempre più in affanno. Volendomi allargare, suggerirei anche di estrarre  dai risultati di performance i sinistri da evento atmosferico (qualcuno effettivamente ci sta provando), perché se l’obiettivo da rincorre nell’anno, nell’anno e non gli ultimi 30 giorni, deve essere forzatamente perseguibile e raggiungibile, la variabile evento atmosferico non si può contabilizzare: la variabile “culo”, non è cosa seria! Insomma, partendo da queste ironiche riflessioni mi sento di asserire che tutto il sistema va migliorato per immaginare di conseguire performance positive senza dannare l’anima propria e di famiglia per il lavoro. Un lavoro diventato usurante e non adeguatamente  compensato in termini reddituali, dove la marginalità la si ottiene   lavorando sulle uscite e non sulle entrate. Riflessioni utili per richiamare la  necessità di condividere  pianificazioni e progettazioni lungimiranti, procedure precise ed infrastrutture tecnologiche alle quale affidarsi. In un mercato che si trascina da anni  complicato e confuso, l’anno va  a concludersi con qualche certezza in più. I provider sono il futuro ed il professionista il passato. Non certo una novità per me che ne scrivo da anni, ma certamente una constatazione inevitabile per quanti sostenevano o sostengono ancora incoscientemente che il vecchio ritornerà. Eppure, non vale più la storiella: “ai provider i gabinetti, ai professionisti i grandi danni”. La decisione ultima proposta dal mercato è stata dirompente per la scelta consapevole e determinata, messa in atto dalla sera alla mattina. Ormai è storia e non più notizia, il test avviato in tre distinte regioni nelle quali  è stato calato un unico provider regionale per la gestione di tutti i sinistri property  dell’ammontare da zero ad infinito; abbandonando di botto studioli e professionisti da anni impegnati a cavalcare la tradizionale perizia carta e calamaio. Personalmente dissento sul modo, non sul fine, perché non va taciuto che  soltanto l’assicuratore possa  permettersi di lasciarti a piedi con un “ciaone,   è stato bello, ma da domani la nostra storia di trent’anni finisce”. Atteggiamento forse legittimo verso il professionista, al quale lascio di farsi rappresentare dalla sua associazione od ordine di riferimento, ma inimmaginabile  per  un provider che ha avviato investimenti importanti ed ulteriori ne dovrà affrontare, nel cui organico risultano 50 o 150 addetti pari ad altrettante famiglie. Il provider per decidere se proseguire nella crescita o se maturare l’idea di investire altrove,  ha necessità  di certezze e coinvolgimento. Di un contratto serio al quale affidarsi e con il quale presentarsi agli Istituti di Credito. Un contratto nel quale vengano definiti accordi precisi e responsabilità reciproche. Al provider l’impegno di attenersi a sla di interesse, nonché al raggiungimento di performance con kpi stabiliti, ed all’assicuratore l’onere di mantenere la commessa, soddisfatto dei risultati conseguiti. Un banalissimo rapporto lavorativo committente fornitore. Che hanno i dipendenti, che hanno gli agenti assicurativi, che è previsto dalla giurisprudenza. I contratti attuali, ancora riferiti al libero professionista  sono inadeguati e vessatori, vale a dire da riscrivere. Assiprovider, la bozza l’ha già pronta per la discussione, per la  condivisione. Il percorso è inevitabile perché se il riferimento diventano Spagna e Francia, dove esistono tanti provider quante dita sulle mani, pensate forse possibile immaginare che questi non abbiano contrattualizzato nulla? In Francia poi! Per concludere, dovrei felicitarmi verso i soci di Assiprovider perché la neo associazione pur nata tardi, ottiene subito conferma della ragione di esistere. Tuttavia, mi sento di frenare l’entusiasmo perché il percorso è ancora lungo e serve  tempo per festeggiare veramente. Ancora tantissimi i detrattori della nuova filosofia liquidativa a servizio del cliente ed ancora tanti gli investimenti da fare. Serve conoscenza e consapevolezza delle proprie possibilità imprenditoriali ed economiche. Per le competenze manageriali abbiamo organizzato un corso con Cineas, riconoscendo la necessità impellente di passaggio da professionista ad imprenditore. Indispensabile per le scelte. Per capire cosa meglio fare. Il professionista e l’imprenditore sono due lavori molto differenti,  non coniugabili essendo richieste attitudini divergenti. La capacità cinica di valutare se conveniente l’acquisizione di una commessa è insita dell’imprenditore. Con questo corso vorremmo cominciare a formare i veri provider del futuro, quelli ai quali verrà naturale fare lobby economica semplicemente con il ragionamento asettico del mi conviene, non mi conviene. Un corso pensato utile anche per i dipendenti di Compagnia chiamati a confrontarsi con le nuove strutture provider. La strada è ancora lunga. Essere piccoli non ha efficacia ed è una perdita, come essere grandi ma solitari. Oggi serve condividere ed unire le risorse perché diventare quello che il mercato chiede, cioè vere aziende, ha necessità di investimenti talmente grandi  che nessun provider può permettersi da solo, neppure quelli che si presentano arrivati. Infrastrutture tecnologiche, che non sono il software o l’app per le video perizie, ma ben tutt’altro di più oneroso, quanto l’organico manageriale necessario, sono il reale investimento che attende i provider. I provider che, ancor prima di sedersi con l’assicuratore per parlare di contratti, dovrebbero provare a  ragionare tra loro per la condivisione delle risorse e delle strategie comuni. Anche questo è tra gli scopi di Assiprovider. Il primo trimestre 2020 sarà ricco di attività!  Ed il perito che di proposito non l’ho così chiamato in questo scritto? Sempre ci sarà e sempre più importanza rivestirà, ma certamente un di cui della società provider. Buon Natale e buon anno a tutti.