Passate le feste già si fa palestra per il raggiungimento dell’obiettivo per l’anno nuovo. In attesa di poter affrontare su questa rivista la discussione delle novità che il mercato assicurativo ci riserverà e penso alla Federazione, all’Uni piuttosto che alle riorganizzazioni di alcuni gruppi assicurativi, penso di interesse raccontare il mio girovagare per le Compagnie per lo scambio degli auguri natalizi. So per certo di non essere l’unico a ritagliarsi del tempo per brevi incontri augurali, anche meramente telefonici, e pure gli uffici delle Assicurazioni sono da sempre ben disponibili per essere intrattenuti. Natale resta Natale! D’altro canto, siamo certamente dei periti liberi professionisti, tecnici puri, tuttavia anche per noi valgono le stesse regole comunicative che oggi impone il marketing. Per noi che promuoviamo il nostro sapere, il nostro lavoro intellettuale, vale il “marketing di noi stessi”. Ricordo che a 27 anni quando decisi di licenziarmi dalla mia occupazione per esercitare la libera professione chiesi consiglio ad un manager di una azienda farmaceutica mio conoscente. Nulla c’entrava con il mio settore di indirizzo, tuttavia mi interessava un parere su come muovermi. Mi spiegò, ed era la fine degli anni 80, che per diventare un libero professionista con clienti (in quel momento essere bravo non era l’urgenza) dovevo adottare pure una strategia commerciale. Mi spiegò come fosse ben più difficile promuovere la propria professionalità, piuttosto che vendere gli aspirapolveri che, quali manufatti, possono essere visti, toccati e provati. Insomma, era già per quegli anni una visione innovativa del mercato delle professioni. Vendere se stessi, professionalità e capacità, per risolvere un problema e risultare credibili, doveva rinnovarsi nell’esposizione. Il Sole 24 ore, alcuni anni fa ha pubblicato una rubrica dedicata alle libere professioni manageriali, titolata il “Marketing come risposta”. Peraltro, studio riproposto in vari contesti e pertanto prevedo conosciuto. Ma ritengo interessante riproporlo. Gli autori dello studio per il Sole, hanno individuato una metafora di facile comprensione e da ricordare per rappresentare i cardini della persona che desidera proporsi nel mercato del lavoro, partendo dall’esterno dell’individuo per giungere al suo nocciuolo interiore: “la metafora della conchiglia”. La conchiglia sviluppata a spirali, parte con un cerchio esterno che mano a mano termina al centro del guscio. Partendo dall’esterno, hanno collocato le 5V che rappresentano agli altri l’individuo: Verbalità, Vestibilità, Visibilità, Vivibilità e Vitalità. Ne faccio solo accenno, V per V, poi se dovesse risultare di interesse per Voi lettori potremmo dedicare un servizio all’argomento. La Verbalità, è la nostra capacità di presentarci ed i primi sette secondi sono fondamentali. Immaginate di presentarvi al buio, la voce si sentirebbe comunque e lascerebbe ugualmente una prima impressione. “Parlare oscuramente lo sa fare ognuno; chiaro pochissimi”, scriveva Galileo. La Vestibilità, è il nostro modo di apparire e tenuto conto che sono pochi gli individui che si sentono a proprio agio con qualunque indumento, lo stile veramente rappresenta la persona. L’eleganza, in definitiva utile quale componente del comportamento, che trasforma la massima quantità di essere in apparire. Coco Chanel, diceva riferendosi al gentil sesso ma ritengo valga anche per noi maschietti: “se una donna è mal vestita si nota l’abito. Se è vestita impeccabilmente si nota la donna”. La Visibilità, è la capacità di ognuno di farsi ricordare. Risultare un riferimento, anche quando non ci sei. Una immagine positiva, da richiamare. E raramente l’immagine che abbiamo di noi stessi coincide con quella che la gente ha di noi. Addentrandoci all’interno del guscio, troviamo infine la Vivibilità e la Vitalità. Troviamo la persona! La Vivibilità, comprende il nostro stile di vita lavorativo e privato. Non sono disgiunti. L’immagine del professionista di successo, viene trasferita anche dimostrando che siamo in grado ritagliarci spazi vitali extra lavoro. Per la famiglia, per le vacanze, per gli hobby. Ad esempio, il risultato che otteniamo dimostrando di lavorare sabato, domenica o pressochè sempre, è quello di presentarci come dei crumiri o degli ingrati verso la vita. Nel mondo della pubblicità si dice che quello che vuoi comunicare agli altri lo devi prima di tutto dimostrare nel tuo privato. Vivibilità, in definitiva deve intendersi impostare la propria esistenza in modo sereno, equilibrato, naturale; nel rispetto degli altri ma soprattutto di se stessi. Eccoci alla Vitalità. L’ultima. La connotazione che fa la differenza. La dote che rende la personalità leader, che trascina, che coinvolge. Forte energia vitale, quale entusiasmo ed ottimismo, sono la Vitalità che viene riconosciuta quale acclamata virtù.
Ho divagato! Forse interessava più sapere quali impressioni mi sono fatto ascoltando le Compagnie in occasione degli auguri Natalizi. L’Osservatorio si è rivelato un buono spunto per raccogliere opinioni generali ed a esso viene riconosciuto il merito di aver portato una innovativa freschezza su un settore stantio; che fatica a rinnovarsi. La curiosità verso la Federazione è modesta, poiché la convinzione è che sarà un nulla di fatto perché siamo poco credibili. Siamo pure visti come personaggi depressi, molto lagnosi, spenti nell’ottimismo. Alcuni grandi gruppi assicurativi vivono un rinnovamento interno importante e non facile da gestire essendo in discussione la riorganizzazione generale. In tale contesto la nostra categoria ha il dovere di comprendere la situazione e sostenere il cambiamento in corso. Non è buona cosa andare dal “malato” non per ascoltarlo ma per raccontargli i nostri malesseri. Parcelle ed insoddisfazione generalizzata, mi è stato riferito restino le lagnanze più gettonate. Fidatevi, gli Assicuratori hanno desiderio e disponibilità ad interagire con noi. Siamo noi che dobbiamo diversamente proporci.
Che il marketing di noi stessi, non l’abbia buttato li per caso!
Marco RUGGI
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