di Riccardo Campagna

Lo dice lo statuto della nostra Associazione, ma in realtà è lo spirito che muove tutte le associazioni, ma anche gli ordini professionali e tutte le forme di aggregazioni in genere. In realtà non è così semplice per noi ai vertici delle associazioni che nelle difficoltà sempre più evidenti del momento, cerchiamo di portare avanti gli interessi degli associati. La creazione della Confederazione Periti Uniti e la norma UNI insieme alle altre Associazioni, ma anche il progetto per la riparazione in forma specifica che abbiamo realizzato e messo a disposizione di tutti i soci ASSIT, hanno determinato un impegno notevole, incontri discussioni e preoccupazioni di non raggiungere l’obiettivo che solo chi è stato coinvolto può apprezzare.

Spesso quello che difetta è la mancanza di informazione delle attività che svolgiamo e per questo motivo nel fare un mea culpa per questa carenza, in queste righe voglio per una volta anticipare i tempi, invitando tutti a segnare sul calendario la data del 9 dicembre 2015:

La giornata sarà segnata nella mattinata dall’ultimo incontro in UNI per la pubblicazione definitiva della Norma dopo l’inchiesta pubblica ed il pomeriggio saremo dal notaio per suggellare definitivamente la nascita della Confederazione Periti Uniti.

Ma torniamo alle attività svolte e delle quali non tutti i soci hanno una percezione completa:

–          Ho partecipato con un mio intervento al seminario organizzato a Roma dall’A.I.P.R.O.S. (Associazione Italiana Professionisti della Sicurezza). Evento molto ben organizzato ed approfondito che ruotava intorno ai fenomeni fraudolenti che interessano il nostro settore. In quella sede ho espresso un parere forte sul ruolo del perito, che anche in quell’ambito ultimamente continua a perdere campo. Il tema è quello del primo punto del mandato, che spetta al perito e non ad altri soggetti, come per esempio il fire investigation, che ultimamente viene affiancato così come la società di investigazione. Se per la seconda ci sono ovvi motivi espressi anche dalle leggi vigenti, per cui il perito deve saper collaborare e condividere i risultati insieme al penalista incaricato, il fire investigation entra espressamente nella ricerca delle cause dell’incendio, attività precipua del perito che deve invece conoscere personalmente, almeno per i rudimenti di base e nel caso deve essere il perito stesso ad incaricare e coordinare il fire investigastion, così come spesso gli capita di fare per l’esperto antiquario o lo strutturista o qualsiasi altra professionalità che si trova a dover coinvolgere previo accordo con la Mandante.

–          Ho avuto occasione di ribadire lo stesso concetto in occasione dell’ultimo incontro del Tavolo Intersettoriale del CINEAS (una importante occasione di confronto tra i soci delle diverse anime che popolano il noto Consorzio). L’occasione era ghiotta, visto il tema con il quale si è partiti in questa seconda fase del Tavolo: “Il perito del futuro”,  ebbene, onde evitare fraintendimenti come è già successo in passato e prima di passare il testimone al collega consigliere Daniele Maroldi che parteciperà ai lavori, ho ritenuto opportuno verbalizzare  quanto segue: “L’ ing. Campagna ha sollevato l’esigenza che il perito continui ad avere un ruolo centrale nella gestione dei sinistri, coordinando anche gli esperti che eventualmente si rendessero necessari in funzione della specificità dei sinistri (e.g. fire investigator)“. Mi auguro quindi che il Tavolo prosegua i suoi lavori tenendo in debito conto tale pensiero per non trovarci magari tra due anni a sentire in un’assise pubblica il contrario.

Sono concetti semplici e non sono battaglie di retroguardia come pensa qualcuno, spesso li porto in tutte le occasioni in cui sono chiamato a parlare della nostra che resta la più bella e completa professione al mondo e che dobbiamo quindi preservare per il futuro non solo per noi, ma per il settore assicurativo in genere, dove siamo più stimati di quello che normalmente pensiamo, come ha dimostrato il Presidente dell’ANIA che come ho avuto modo già di scrivere, in occasione dell’ultima Assemblea Nazionale, nell’affrontare il noto tema delle Calamità Naturali testualmente dice: “Il modello da noi proposto prevede una limitazione dell’intervento economico pubblico, mentre i proprietari di abitazione dovrebbero assicurare con una polizza la parte di rischio non coperta dallo Stato. Oltre a garantire maggiore certezza sui tempi della ricostruzione, la nostra proposta eliminerebbe ogni possibile speculazione sulla valutazione dei danni, attività che sarebbe affidata alla rete dei periti assicurativi.”

I periti assicurativi sono quindi una realtà e quanto fatto in questi mesi dimostra che siamo sulla buona strada, basta tenere la barra dritta e buon vento a tutti.