di Michele Messina (Vice Presidente Vicario AIPROS)
L’Associazione Italiana Professionisti della Sicurezza (A.I.PRO.S.), fin dalla sua nascita, nel lontano 1979, è sempre stata vicina al comparto assicurativo e mette ancora oggi a disposizione del personale tecnico delle compagnie assicuratrici e, in particolare, dei periti liquidatori la grande professionalità, l’esperienza e le vaste conoscenze tecniche trasversali dei propri associati nelle materie afferenti alla organizzazione e gestione della sicurezza e nell’applicazione delle misure di prevenzione e protezione. AIPROS ha ritenuto opportuno, ancora una volta, di collaborare con i periti assicurativi, in questa occasione facenti parte dell’Associazione WIN, che raggruppa, esclusivamente, professionisti appartenenti al gentil sesso. E’ stata pertanto organizzata una giornata di formazione e aggiornamento sulle tecnologie di prevenzione e protezione antifurto e antincendio. La manifestazione si è tenuta lo scorso 26 maggio del corrente anno presso la sala convegni show-room della Società Tecnoalarm di San Mauro Torinese, eccellenza italiana del settore e con proprie sedi distribuite a livello mondiale, che ha gentilmente ospitato l’evento e messo a disposizione dei partecipanti: periti assicurativi, responsabili di alcuni primari gruppi assicurativi e professionisti della sicurezza, le proprie strutture ed i loro qualificati specialisti.
Dopo il saluto di benvenuto di Luciano Trucchi, Presidente della stessa Tecnoalarm ed i saluti introduttivi di Egeria Mercadante, Presidentessa dell’Associazione delle professioniste della perizia assicurativa WIN, di Michele Messina, Vicepresidente vicario AIPROS, sono stati aperti i lavori.
Il ruolo del perito assicurativo è di fondamentale importanza quando si verifica un sinistro, egli infatti è chiamato ad eseguire scrupolosamente tutti i necessari accertamenti richiesti dal mandato affidatogli dall’assicuratore tendenti a determinare le circostanze, il tempo, la natura, la causa, il luogo, le modalità del sinistro e l’entità del danno. Il perito dovrà, tra l’altro, verificare con cura l’esattezza delle descrizioni e delle dichiarazioni risultanti dagli atti contrattuali e riferire se, al momento del sinistro, esistevano circostanze che avessero potuto aggravare il rischio e non fossero state comunicate preventivamente all’assicuratore.
Una corretta risposta ai suddetti primi quesiti posti al perito dalla compagnia mandante, che riguardi anche il comportamento che hanno avuto le misure di prevenzione e protezione nel sinistro, tenuto conto che i rischi assicurati ne sono sempre più provvisti, diventa indispensabile per poter concludere la complessa attività peritale in maniera compiuta e professionale ed accertare cosa realmente è accaduto. Il perito dovrà pertanto acquisire nuove conoscenze tecniche che gli consentano di saper verificare e attuare indagini, fin dove possibile, anche sulle tecnologie poste a difesa dei rischi assicurati, poter raccogliere il maggior numero di elementi utili a ricostruire fedelmente la dinamica dell’evento dannoso e a stabilire se vi siano state delle responsabilità, infine, ad esprimere le sue valutazioni conclusive.
Il primo relatore è stato Enzo Assente, Area Manager – Responsabile della Divisione Tecnofire by Tecnolarm che ha illustrato le tecnologie digitali applicate ai moderni sistemi di rivelazione incendi, frutto dell’impegno che il Gruppo imprenditoriale suddetto dedica alla ricerca, nel rispetto delle vigenti normative tecnche di riferimento nazionali ed internazionali. E’ seguita la presentazione di Giuliano Ottogalli,Direttore tecnico-commerciale di Tecnoalarm, coadiuvato dalla collega Francesca Pelassa, che congiuntamente hanno brillantemente illustrato le interessanti innovazioni apportate al settore degli impianti di allarme antintrusione e di videosorveglianza, con l’introduzione delle tecnologie informatiche che consentono oggi non soltanto di rendere praticamente insabotabili i predetti sistemi, ma permettono di gestirli da remoto, on line, con grande facilità ed allo stesso tempo senza trascurare alcun aspetto, anche nelle fasi di taratura e manutenzione dei componenti. Quanto illustrato dai suddetti relatori è stato, successivamente, opportunamente integrato da verifiche pratiche e test volti ad approfondire le conoscenze dei partecipanti in materia di impianti di allarme antintrusione, antirapina, di controllo e selezione degli accessi, di rivelazione incendi e di videosorveglianza e delle relative modalità di gestione e telesorveglianza attraverso la sofisticata centrale operativa, operante 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, presente nella stessa azienda e appositamente attrezzata per tenere sotto controllo gli impianti dei clienti con essa collegati e far intervenire, in caso di emergenza, le FF.OO. o i Vigili del fuoco.
Molto interesse ha suscitato anche la relazione tenuta dallo scrivente, già dirigente dal 1976 al 2006, dell’Ufficio Prevenzione dell’ANIA ed attuale Vice Presidente Vicario di AIPROS e consulente di sicurezza, il quale ha illustrato le metodologie di valutazione e verifica da adottare, a seguito di sinistro, quando si è in presenza di sistemi di prevenzione e di protezione passivi (meccanici) ed attivi (elettronici) allo scopo di poter ricostruire il più fedelmente possibile la dinamica dell’evento e stabilire eventuali responsabilità.
Qualora i rischi colpiti da sinistro furto, rapina o da incendio risultino protetti da mezzi meccanici di difesa e da impianti elettronici di allarme antintrusione/antifurto, da impianti di televisione in circuito chiuso, da sistemi di controllo degli accessi ma, più in particolare, quando il sinistro presenta aspetti dubbi, è opportuno effettuare accertamenti più mirati anche sui predetti sistemi, se presenti, e sui loro componenti. E’ consigliabile altresì fotografare ogni utile traccia relativa al sinistro, e sottoporre a prove di laboratorio, ove necessario, i dispositivi e i sistemi coinvolti. Gli esiti delle predette verifiche possono risultare, in alcuni casi, davvero sorprendenti e permettono, di regola, di accertare realmente i fatti avvenuti e, sempre più spesso, di scoprire tentate frodi a danno delle assicurazioni. Alla fedele ricostruzione della dinamica del sinistro possono essere quindi interessati:
ü gli assicuratori, se è stata sottoscritta una polizza allo scopo di verificare il rispetto delle clausole contrattuali da parte dell’assicurato;
ü il titolare dell’attività colpita, per verificare se sono stati commessi errori nella valutazione dei rischi e nell’attuare le misure di prevenzione e protezione o nella manutenzione di esse;
ü i produttori e i fornitori di apparati e di impianti, per stabilire se vi sono stati difetti di produzione o nell’installazione e per migliorare e rendere più performanti le tecnologie di sicurezza.
Il perito interpellato, non appena incaricato dalla compagnia assicuratrice, nel più breve tempo possibile, dovrebbe, tra l’altro, effettuare accurati verifiche ed accertamenti sugli elementi di difesa interessati dal sinistro quali, a titolo esemplificativo:
- recinzioni esterne
- strutture perimetrali dei locali
- mezzi di chiusura, di riferma e serrature
- mezzi di custodia e relative serrature
- impianti di rilevazione e/o estinzione incendio e/o antintrusione e antirapina
- impianti di videosorveglianza, di TVCC e relative registrazioni video
- sistemi di selezione e controllo degli accessi
- ecc.
facendosi assistere, ove necessario e previa autorizzazione della compagnia mandante, da consulenti tecnici e da laboratori specializzati!
Riguardo alle recinzioni esterne occorre almeno verificare:
ü altezza,
ü caratteristiche costruttive
ü fissaggio
ü tipo di effrazione attuata e dimensioni del varco
ü attrezzi utilizzati
E’ importante che vengano verificate anche le condizioni dei mezzi di chiusura e di riferma quali:
- porte e finestre (caratteristiche costruttive e dei materiali, tipo di fissaggio al telaio, dimensioni, lunghezza e numero di catenacci presenti, modalità di effrazione eseguita dai malviventi, attrezzi utilizzati, eventuali certificazioni di prodotto ecc.)
- serrature meccaniche ed elettroniche (numero di chiavi originali fornite, presenza di segni di effrazione sulla toppa e nei perni o nelle lastrine e loro congruenza, eventuali errori o manomissioni nel software di gestione e nei circuiti di azionamento, eventuali certificazioni di prodotto ecc.);
- serrande, cancelli, inferriate (caratteristiche costruttive, tipo di fissaggio, dimensioni delle luci, sezioni, ancoraggi dei telai al vano muro, tipo di effrazione rilevata, eventuali certificazioni di prodotto ecc.);
- lucchetti e relative serrature (n° di chiavi originali fornite, presenza di segni di effrazione, robustezza degli anelli di aggancio e di fissaggio, eventuali certificazioni di prodotto ecc.).
Nella stringa sopra riportata, che deve comparire anche sul certificato di conformità della serratura di sicurezza a cilindro alla norma europea EN 1303 e che il venditore di tale dispositivo è tenuto a rilasciare all’acquirente, è possibile notare che nelle ultime quattro caselle sono indicati gli indici di sicurezza della chiave (grado 6, oltre 100.000 combinazioni), il grado di resistenza alla foratura del cilindro mediante trapano (grado 2) e infine nelle ultime due caselle sono riportate due importanti indicazioni, cioè che la serratura in questione è sicura contro l’uso del grimaldello e contro l’apertura con la “tecnica del bumping” (forzatura con chiave piatta che viene colpita più volte con lo scopo di allineare i perni e fare ruotare in apertura il rotore del cilindro che, in tal modo, farà arretrare il catenaccio).
Riguardo ai vetri stratificati cosiddetti antisfondamento, è opportuno verificare:
– le caratteristiche del manufatto di vetro che è stato effratto (numero di strati, gli spessori delle singole lastre, se le lastre erano soltanto incollate tra loro ovvero se era stato interposto un foglio di idoneo materiale plastico, di regola, polivinilbutirrale);
– la robustezza del serramento e soprattutto dei fermavetri (altezza di contenimento non inferiore a 6 cm, in funzione della superficie della lastra) e ben fissati; diversamente, risulterebbe alquanto facile per il criminale abbattere l’intera lastra facendola fuoriuscire dalle guide del serramento;
– se richiamata in polizza, l’esistenza della certificazione di prodotto in conformità alla norma EN 356 (vetri stratificati antisfondamento e anticrimine) o alla norma EN 1063 (vetri stratificati con caratteristiche antiproiettile).
Per quanto attiene agli impianti elettronici di allarme antifurto, antintrusione, antirapina, di rivelazione incendio, di controllo accessi e di videosorveglianza, il perito dovrebbe verificare:
ü Il nome e l’indirizzo della ditta installatrice, verificando se abilitata dalla CC.I.AA. ad installare l’impianto esaminato (lettera B) per gli installatori di impianti elettronici e TVCC e (lettera G) per quelli che installano impianti antincendio (ex art. 1 comma 2 del D.M. 37/2008) e, ove richiesto, se la stessa ditta installatrice è inserita o meno tra quelle certificate dall’IMQ (in apposito elenco, alla voce “banca dati” del sito web)
ü le caratteristiche degli impianti: ladisposizione dei rivelatori in campo (in particolare per gli impianti di rivelazione incendio), le modalità di protezione dei mezzi di chiusura e di custodia, la presenza di rivelatori perimetrali e/o volumetrici antintrusione, ubicazione della centralina e del relativo organo di comando (tastiera digitale con display, chiave codificata ecc.), la data e l’ora esatta di inserimento/disinserimento dell’impianto, i codici PIN utilizzati dagli incaricati della gestione dello stesso impianto, e nomi corrispondenti, la data e l’ora delle segnalazioni di allarme generate, le eventuali anomalie riscontrate, la presenza di eventuali esclusioni di rivelatori (rilevabili anch’esse dall’analisi della memoria eventi della centralina) ed ogni altra informazione registrata nella predetta memoria elettronica e ritenuta utile ai fini dell’accertamento; la presenza di avvisatori acustici, l’esistenza di telecollegamento verso terzi (es. vigilanza) e il tipo di messaggio inviato; la verifica di avvenuta corretta manutenzione periodica degli impianti (tipo di intervento e data, anomalie eventualmente riscontrate negli impianti e suoi componenti, operazioni effettuate sull’impianto, periodi, ecc.), la dichiarazione di conformità rilasciata al termine dei lavori dall’installatore dell’impianto (ex art. 7 D.M. 37/2008) con indicazione della norma tecnica seguita e gli allegati obbligatori richiesti dalla legge, infine, devono essere accuratamente rilevate tutte le eventuali manomissioni attuate dai criminali sullo stesso impianto e suoi componenti esaminati.
Gli impianti di videosorveglianza rappresentano oggi il miglior sistema di difesa elettronico presente sul mercato se opportunamente integrato con quello antintrusione. Grazie all’utilizzo delle telecamere è infatti possibile:
ü ottenere l’immediata visione dei luoghi esposti al rischio di incendio, intrusione, furto e rapina, a seguito di una segnalazione di allarme;
ü effettuare video-ispezioni periodiche negli ambienti protetti;
ü tenere costantemente sotto controllo un varco o un’area ritenuti critici (es. a fini antirapina).
In caso di sinistro in luogo protetto da impianto di videosorveglianza, è opportuno che il perito verifichi accuratamente tutte le immagini riprese dalle telecamere e conservate, di regola, nell’apparato di videoregistrazione, incluse quelle del periodo precedente al sinistro, ponendo attenzione che su ciascuna immagine risultino impresse data e ora della ripresa video.
La norma cui il perito potrà fare riferimento per verificare il rispetto dei requisiti di qualità e sicurezza dell’impianto di videosorveglianza, che ricordiamo devono essere installati a regola d’arte, è la CEI IEC 62676-4. Questo standard mondiale permette di progettarli, dimensionarli e di scegliere le caratteristiche delle telecamere e delle unità di registrazione e controllo da installare.
Qualora gli impianti di allarme e di TVCC risultino collegati con una centrale di telesorveglianza, è necessario che il perito si faccia fornire dall’assicurato copia del contratto di servizio ed, ove esistenti, le procedure di gestione concordate con l’istituto di vigilanza prestatore del servizio allo scopo di poter verificare che non siano state commesse negligenze da parte degli addetti sia nella gestione dell’evento sia nel corso dell’intervento sul posto. E’ altresì importante che il perito incaricato si faccia rilasciare copia della stampa delle informazioni pervenute in sala operativa della vigilanza per poter effettuare eventuali controlli incrociati con i dati memorizzati nelle centraline degli impianti interessati dal sinistro.
Dopo lo svolgimento della suddetta relazione, ha preso la parola Anna Villani, consigliere AIPROS e specialista delle serrature e dei sistemi di controllo degli accessi che ha descritto sinteticamente i contenuti della norma tecnica di riferimento CEI 79-80 che stabilisce quali requisiti di qualità e sicurezza debbano possedere i sistemi elettronici di controllo e selezione degli accessi. La relatrice ha inoltre fornito utili suggerimenti circa l’analisi da effettuare per verificare l’idoneità dei sistemi e la loro corretta installazione. In casi recenti di furti nelle camere d’albergo, si è potuto riscontrare che, spesso, la causa della facile apertura della serratura del sistema dipendeva dalla debolezza del blocchetto di tenuta dello scrocco dell’elettroserratura (incontro elettrico).
Alla fine del suddetto intervento, Jean-François Milone, responsabile per le certificazioni di CERSA, Ente italiano accreditato anche per la certificazione del profilo professionale del perito assicurativo, in conformità alla norma UNI 11628 e dei professionista della sicurezza secondo la norma UNI 10459, ha illustrato sinteticamente le modalità ed i vantaggi offerti da entrambe le due predette certificazioni professionali. Tali vantaggi sono facilmente riscontrabili, in particolare, dai più giovani che si avviano a intraprendere le attività professionali suddette, in un’epoca dove la forte competitività, a livello globale, che coinvolge anche le libere professioni, si può vincere anche dimostrando il possesso di particolari requisiti contenuti in una specifica norma di riferimento attraverso un Ente terzo accreditato che ne certifichi competenze, conoscenze e abilità professionali. Per l’evento in questione CERSA ha, peraltro, riconosciuto ai partecipanti già certificati di entrambi i settori (periti assicurativi e professionisti della sicurezza) 8 crediti formativi.
E’ seguito l’intervento di Aldo Rebuffi, perito assicurativo di profonda esperienza e qualità professionali, Presidente dell’Associazione ASSIT e consigliere AIPROS, fulgido esempio di come poter coniugare, sapientemente, le competenze del perito assicurativo con quelle di esperto di tecnologie di prevenzione antincendio e antifurto, abitualmente portato ad applicare, nel suo lavoro, le sue conoscenze tecniche trasversali volte alla ricostruzione dei sinistri, anche attraverso un’attenta “lettura” del comportamento dei sistemi posti a protezione dei rischi. Rebuffi ha illustrato un caso studio mettendo in evidenza le più qualificate metodiche adottate per effettuare l’accertamento ed il prelievo dei campioni nel luogo in cui si è verificato il sinistro d’incendio, avendo cura di non trascurare eventuali effrazioni perimetrali, analizzare il contesto, identificare i possessori delle chiavi di accesso nei luoghi colpiti dal sinistro e le modalità di gestione di tali dispositivi, rilevare la natura e la quantità dei materiali combustibili stoccati, la tipologia dei processi produttivi, il numero di focolai eventualmente scoperti, inoltre, sviluppare delle ipotesi, verificare il comportamento delle difese presenti in azienda (verifica di funzionamento degli impianti di allarme antintrusione, di rivelazione e spegnimento incendio, analisi delle informazioni registrate dalle centraline degli impianti e dei dati, confronto tra gli stessi dati raccolti e congruità con quanto accaduto, rispetto delle procedure di sicurezza ecc). Rebuffi ha, tra l’altro, fornito utili indicazioni su come raccogliere testimonianze sul luogo del sinistro e su come relazionarsi con i Vigili del fuoco, a seguito del loro intervento di spegnimento allo scopo di poter disporre del maggior numero di informazioni possibile sulla dinamica dell’evento.
L’ultimo intervento della giornata di studio, lo ha tenuto Flora Faleschini, di UNISAFE (spinoff del Dip. di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’Università di Padova) che ha illustrato brillantemente il caso studio di un incendio, da lei seguito di recente, che ha colpito un noto albergo ubicato in provincia di Udine. La relazione riguardava l’applicazione di un metodo scientifico-induttivo per la valutazione della causa del danno alle strutture. La relatrice ha descritto la dinamica dell’evento partendo dalla localizzazione del focolaio sviluppatosi in un locale ubicato al piano terra del fabbricato e che successivamente si è propagato via via nella reception e nel bar dell’hotel ed infine il fuoco ha raggiunto un corridoio e alcune stanze del primo piano. Ha descritto le analisi fatte nelle strutture colpite dall’incendio e le prove (pacometriche, sclerometriche, ultrasoniche, termografiche, calorimetriche, ecc.) effettuate sugli elementi campione sia di tipo non distruttivo sia di tipo distruttivo. Infine ha esposto quali sono stati gli interventi di intervento proposti per un adeguato ripristino delle strutture portanti e non portanti indebolite o parzialmente distrutte dagli effetti termici dell’incendio.
In conclusione, è auspicabile che l’attività di formazione e aggiornamento rivolta, in special modo ai periti liquidatori assicurativi, venga sviluppata maggiormente sia all’interno delle singole associazioni sia della Federazione dei Periti Uniti d’Italia, avvalendosi anche delle strutture esterne esistenti quale, ad esempio, il CINEAS che, tradizionalmente, è il più qualificato punto di riferimento del settore assicurativo per la formazione e l’aggiornamento e l’AIPROS che, raggruppa i maggiori esperti professionali del settore della sicurezza, ed è lieta di mettere a disposizione di chi ne faccia richiesta il proprio know-how.
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