di Sara Bonetti
Il Convegno dei Periti Uniti che si è svolto lo scorso 12/13 maggio a Cervia verrà ricordato come un momento di svolta nello sviluppo della nostra categoria. L’aria che si respirava era quella dei grandi appuntamenti e il numero “500”, stampato a caratteri cubitali sotto il logo “Periti Uniti”, ben rappresentava il livello di partecipazione che è stato raggiunto durante la due giorni di Convegno.
Diversi i temi affrontati, non solo la presentazione della Norma Uni 11628 e delle linee guida per la Certificazione, ma anche il dibattito in merito al ruolo che il perito si trova attualmente a rivestire nel processo liquidativo e, ancora, un’analisi delle potenziali aree di mercato (gestione dell’emergenza al fianco della Protezione Civile, incarichi presso i tribunali quali esperti in materia assicurativa) in cui la nostra figura professionale si potrebbe inserire in forza di una qualificazione acquisita e riconosciuta.
L’apertura dei lavori è affidata ai Presidenti delle Associazioni Socie (Aipai, Anpre, Assit e Collegio Lombardo) nella nuova veste di Consiglieri della Confederazione Periti Uniti. L’intento è quello di manifestare unità di propositi e volontà di intraprendere un percorso di categoria univoco e condiviso. La neonata Confederazione, a detta di Riccardo Campagna (Presidente Assit e Presidente della Confederazione Periti Uniti), non solo rappresenta l’organo di garanzia della certificazione Uni 11628, ma è anche il luogo in cui le quattro associazioni, pur mantenendo la propria fisionomia e autonomia statutaria, potranno realizzare i loro comuni obiettivi.
L’argomento non è nuovo, da più di quindici anni infatti le associazioni hanno intrapreso un difficile percorso di avvicinamento finalizzato alla creazione di una rappresentanza compatta della categoria. Il volano che ha permesso, nell’arco di un poco più di due anni, di arrivare alla costituzione di una Confederazione e all’emanazione della Norma Uni è rappresentato dalla Legge 4 del 14 gennaio 2013, che dà la possibilità a coloro che esercitano professioni non organizzate in ordini o collegi di riunirsi in forme aggregative (associazioni o aggregazione di associazioni) con lo scopo di promuovere e qualificare le attività professionali che le stesse rappresentano.
La Norma, illustra Pietro Adorni (Coordinatore della Commissione Uni 11628), rappresenta uno strumento di autoregolamentazione su base volontaria, per conferire riconoscibilità e dignità alla professione. La Uni 11628 definisce i requisiti relativi all’attività professionale del perito liquidatore assicurativo, ne identifica i compiti e le attività specifiche e descrive il processo di valutazione attraverso il quale il professionista potrà ottenere la certificazione di conformità. L’accreditamento potrà essere ottenuto tramite il superamento di un esame e il “patentino” sarà rilasciato da un organo certificato Accredia, primo a partire è lo stesso Cersa che ha collaborato con la Confederazione Periti Uniti alla stesura del testo Uni). La Norma prevede due profili specialistici, il “Perito assicurativo” e il “Perito assicurativo senior”. Per entrambi sono definiti i livelli di conoscenza, abilità e competenza richiesti, e i requisiti per l’accesso alla prova d’esame. La certificazione avrà durata quinquennale e il rinnovo sarà subordinato all’aggiornamento formativo annuale tramite il conseguimento di crediti di tipo non formale ed informale.
Non solo, quindi, dimostrazione di conoscenze e competenze acquisite con lo studio e l’esperienza professionale, ma anche un percorso di formazione continua e obbligatoria, erogabile grazie alla partnership tra Confederazione Periti Uniti, Cineas e Cersa
Ma quali risvolti comporterà l’acquisizione della qualifica di “perito certificato”, come potrà incidere sull’operato di coloro che già svolgono da anni la professione in qualità di fiduciari dei propri clienti?
La risposta arriva al termine della tavola rotonda che conclude la prima giornata di lavori, in cui intervengono i rappresentanti delle categorie che operano a diverso titolo nel mercato assicurativo (mondo aziendale, intermediari, compagnie e consumatori). La Norma, sintetizza Francesco Cincotti (Presidente di Aipai e Vicepresidente Confederazione Periti Uniti), permetterà di attuare una selezione di quei soggetti che svolgono la professione senza le adeguate competenze e conoscenze, i cosiddetti “fotografi” della perizia, avviando un naturale processo di redistribuzione virtuoso del lavoro. Il perito è oggi chiamato ad essere l’interprete e il garante del settore assicurativo, il soggetto che permette all’Assicurato di decidere, nell’ambito di un mercato estremamente competitivo e vario, se il prodotto che ha acquistato, la polizza, è valido o meno. E’ necessario quindi agire dalla base, a garanzia del fatto che il perito che interviene sul campo sia portatore di qualità.
E ancora, l’intervento di Santiago Calzado (Presidente di Fuedi) mette in evidenza come solo grazie ad una profonda sinergia tra le associazioni, all’insegna di un comune quadro regolatore, sia possibile conquistare riconoscibilità e rappresentatività a livello di sistema, instaurando un dialogo efficace e costruttivo con gli stakeholder nazionali e internazionali.
Se da una parte la certificazione porterà inevitabilmente alla valutazione e alla selezione del professionista qualificato, dall’altra permetterà alla categoria di rivolgersi ad altri settori collaterali a quello assicurativo presentandosi con un profilo professionale definito e riconoscibile. A questo tema è dedicata la seconda giornata di lavori del Convegno.
La gestione telematica condivisa dei dati e la domotica integrata, a detta di Higinio Silvestre (Direttore Consorzio Cineas) e Marco Marello (Direttore Generali Innovation Center for Automobile Repairs S.c.a.r.l.), potrebbero aprire le porte a nuove modalità operative nella gestione del processo assicurativo.
La gestione dell’emergenza durante gli eventi catastrofali, in pool o al fianco della Protezione Civile, costituisce infine il settore più promettente in cui spendere la professionalità in forza delle competenze certificate nella Norma Uni 11628. A tale proposito sono intervenuti Sergio Ginocchietti (Dirigente Liquidazione Property UnipoSai) e Francesco Campopiano (Responsabile Servizio Ispettivo e Monitoraggio Tecnico degli Interventi Strutturali e Post Emergenza, Dipartimento della Protezione Civile).
Le impressioni di fine Convegno, raccolte nel pomeriggio durante l’incontro con i soci delle Associazioni, rivelano la preoccupazione per l’impegno economico che il processo di certificazione richiede, specialmente negli studi con il maggiore numero di collaboratori e la tentazione diffusa di arroccarsi nuovamente sulle proprie posizioni consolidate.
Come si configureranno nei prossimi anni i rapporti tra i periti certificati e le mandanti? E ancora, tra i periti e i loro collaboratori, una volta certificati?
Il Convegno si chiude a metà strada tra la perplessità e il rinnovato ottimismo. La certezza è quella di aver compiuto un passo importante, il timore è quello di averlo fatto troppo tardi. Di sicuro il mercato ha subito negli ultimi anni brusche trasformazioni e alla nostra categoria è richiesto un altrettanto repentino cambiamento di rotta.
Formazione, certificazione e autoregolamentazione rappresentano la premessa per attuare in maniera capillare il necessario salto di qualità, ma da sole non sono sufficienti.
Occorre uno sforzo ulteriore, un cambiamento di approccio, occorre valorizzare quelle abilità e competenze peculiari della nostra professione (analisi critica, capacità di problem solving, gestione del danno) che sono maggiormente apprezzate dal mercato e che possono essere spese su più fronti.
Occorre un dialogo concreto e costruttivo con tutti gli attori che prendono parte al processo assicurativo.
Occorre infine fare sistema e guardare l’esempio dei paesi in cui fare lobby (nell’accezione positiva del termine) o come è stato detto all’inglese, ha permesso di generare un sistema virtuoso e remunerativo, con la consapevolezza di appartenere ad un’unica categoria e la volontà di difenderla.
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