di Aldo Rebuffi

Il Convegno di Lazise del 14-15 giugno 2018 della Confederazione di Periti Uniti nella sua prima giornata ha trattato tre temi rilevanti: la gestione dei danni di massa, le nuove frontiere informatiche e la nuova problematica della protezione dei dati; nella seconda giornata, il sottoscritto si è cimentato sul tema della liquidazione dei sinistri superiori a € 10.000 e non interessati da notizie di reato ed attività  giudiziaria e sulla possibilità di creare virtuose attività sistematiche con gli operatori istituzionali e non.

Dei sinistri di importo denunciato superiore ai € 10.000 si sono considerati solo quelli critici, non necessariamente dolosi, ma meritevoli della massima cura e diligenza per la tutela dei giusti interessi delle Mandanti.

Per comprendere l’importanza economica del comparto, non esistendo statistiche puntuali sul valore dei sinistri critici, sentiti alcuni Assicuratori si è stimato un valore di € 450.000.000.

Questo importo oltre che a creare un danno al mercato assicurativo crea un incremento delle attività criminali che così si finanziano approfittando della poca resistenza delle Compagnie, generando altresì la crescita della cultura dell’illegalità e dell’impunità.

Per meglio comprendere l’importanza economica del comparto, questo lo si può confrontare con quello dei danni di massa, nell’ipotesi di 750.000 pezzi con costo medio di € 1.000, risultano € 750.000.000.

Su questa tipologia di sinistri la perizia assicurativa è quasi sempre di tipo canonico, la stessa da quasi 200 anni.

I periti che si cimentano nella liquidazione dei sinistri critici sono molti e nella loro diversità sono competenti, oltre a godere della fiducia dell’Assicuratore.

Come possiamo migliorare le nostre prestazioni? Certamente sviluppando la competenza e un quid in più che più oltre si vuol delineare.

A Lazise si è voluto ricordare il salto a 140 km/h di Christian Ghedina, sciatore cortinese, sul traguardo della Streif di Kitzbuhel, per sottolineare come ogni perito sia in grado esprimersi sempre al massimo, anche superandosi.

 

D’altronde se non si aspira ad un obiettivo ambizioso come questo non si ha l’occasione di iniziare la strada di conoscenza.

Avendo l’ambizione di affrontare casi complessi se ne potrà ragionevolmente risolvere il maggior numero partendo dai casi più semplici.

Se non si ha questa ambizione anche i casi più semplici non troveranno soluzione.

Un altro tema contiguo è quello della competenza sempre adeguata alle esigenze del sinistro e ai giusti interessi della Mandante.

Un vero e proprio richiamo del concetto termodinamico di lavoro massimo: il gigante alza il macigno, il bambino la caramella.

Si mostrano qui di seguito due opere di Sebastiano Ricci: il bozzetto di una pala d’altare e l’opera finita.

Il pittore è lo stesso, in entrambi i casi manifesta la sua arte e la sua competenza adeguandola alle esigenze del committente. Questo ha commissionato l’opera dopo aver approvato il bozzetto e successivamente ha apprezzato l’opera d’arte finale; comunque due eccelse opere d’arte nel proprio ambito.

Così il perito adegua la sua competenza ed il suo quid sia per il sinistro di basso valore che per quello di alto, mantenendo costante la qualità intrinseca del suo lavoro.

Si è cercato di sottolineare al meglio come dall’ analisi della causa e dinamica del sinistro si possano individuare e descrivere tanti elementi interdisciplinari che sicuramente risulteranno dispersi nelle nostre relazioni di perizia.

Forse non ci si rende sempre conto come l’individuazione di questi elementi possano brillare di luce propria se adeguatamente approfonditi, documentati e rappresentati.

Ne segue che l’attività peritale è contigua a quella del:

  • valutatore del rischio;
  • ricercatore delle responsabilità;
  • loss prevention;
  • messa in sicurezza del teatro dell’evento;
  • mitigazione del rischio;
  • valutazione del post sinistro;
  • fire investigation;
  • etc…

Il perito può, in conclusione per la sua competenza, estendere il suo campo professionale ad aree di mercato spesso poco praticate e dove non sempre il corpo di conoscenza dà luogo alla scienza.

Il perito dovrebbe prendere coscienza dei propri mezzi, delle sue aspirazioni e della possibilità concreta di accrescere il corpo di conoscenza, rivendicando così la sua figura professionale, anche nei “campi nuovi”, ma contigui.

Se non si semina non si raccoglie e il seme buono deve cadere in un terreno fertile.

Molti relatori hanno ricordato la norma UNI 11628 del marzo 2016 un atto volontario del perito che si sottopone ad un esame e aderisce ad un programma di formazione continua per poter mantenere e soddisfare i requisiti normativi, che si aggiornano nel tempo.

Un’aspirazione che vede più benefici che controindicazione; un esempio: la norma UNI è stata generata dal mercato in assenza degli Assicuratori, questi stanno però in parte aderendo al tavolo tecnico, un’officina dove si fanno i tagliandi di manutenzione della norma e si progetta il suo miglioramento.

Un’opportunità per tutti da sfruttare senza trionfalismi, pregiudizi e false aspettative di rendita di posizione.

Un altro tema trattato è stato quello dell’attitudine. Nella liquidazione dei danni critici un atteggiamento alla Tex Willer di Giovanni Luigi Bonelli è del tutto fuori luogo.

L’approccio al sinistro deve essere di tipo metodologico, non inquisitorio, né tantomeno preconcetto.

Non è sufficiente essere dei buoni tecnici perché l’esperienza mostra come grande valore nel raggiungimento dei risultati abbiano la prudenza, il tatto e la determinazione.

Per i danni di massa, si dice che il 50% di un buon risultato è dato da un adeguato comportamento compatibile con l’immagine della mandante. Per i danni critici, l’attitudine deve essere espressa ai massimi livelli per la delicatezza della situazione, per la figura dell’assicurato e soprattutto per quella della mandante, che nelle prime battute può essere all’oscuro non avendo alcun elemento oggettivo e riscontrabile dell’acclarata criticità del sinistro, che solo il tempo – e non sempre – consente conferme.

A questo punto è spontaneo cercare su basi puramente tecniche la collaborazione delle Autorità e soprattutto dei primi intervenuti: i Vigili del Fuoco.

L’ing. Aquilino, a Lazise e l’ing. Paduano a Roma, del Corpo Nazionale dei VVF hanno dato ampia disponibilità di collaborazione non certo occasionale e legata a rapporti personali o estemporanei

Siamo stati invitati ad incontrare i VVF nei loro Comandi provinciali e nel campo prove di Capannelle di Roma per confronti di natura puramente tecnica.

Ritornando alle attività sistematiche, sono stati indicati due temi per la risoluzione pratica delle problematiche del sinistro e per l’omogeneità operativa richiesta nel tempo e nello spazio:

  • il Capitolato lavori della perizia;
  • il data base.

Come per un fabbricato, dopo il progetto, si redige il Capitolato Lavori, si esegue l’opera e la si collauda, così anche la perizia potrebbe avere lo stesso iter adeguato alle necessità e ai costi-benefici di progettazione, redazione del Capitolato e liquidazione del danno, previa revisione delle attività nel rispetto dei patti contrattuali e anche della Norma UNI, che di fatto li recepisce in toto.

Il “data base” argomento tanto delicato quanto poco studiato per pregiudiziali in parte motivati, potrebbe essere un valido aiuto allo studio dei fenomeni dannosi e alle sue patologie. Esistono “data base” nel campo dei sinistri auto e altri parziali e locali per i sinistri RE.

Il relatore esperto di protezione dei dati ci ha riferito che quelli da noi trattati non sono sensibili e sono di proprietà delle parti gestiti e utilizzati dai noi nell’ambito della nostra attività. Il relatore, nella tavola rotonda, ci ha lasciato impegnandosi di valutare con noi la fattibilità del “data base” e soprattutto per valutare la possibile realizzazione condivisa dalla Parti nel rispetto delle norme e delle leggi.

Gli interventi degli altri ospiti-relatori  hanno superato le più rosee aspettative per le riflessioni utili per implementare la nostra competenza e soprattutto per ampliare il campo di azione professionale.