di Cesare Biscozzi

Il bisogno di sicurezza in questi ultimi anni è cresciuto in maniera esponenziale fino allo stato di emergenza che ha contraddistinto questo ultimo anno, in cui i danni contro il patrimonio sono aumentati sensibilmente per particolari categorie di operatori che nel corso del tempo hanno variegato la loro attività esponendosi ad un maggior rischio in termini di valori gestiti (esempio tabaccaio); mentre, contestualmente, gli operatori che istituzionalmente gestiscono denaro e valori in genere (es. banche) hanno ridotto la loro esposizione al rischio grazie all’utilizzo di protezioni adeguate e nuovi sistemi di lavoro di tipo telematico.

Risulta che in genere negozi, depositi, magazzini, laboratori sono particolarmente esposti, poiché sono l’obiettivo classico dei ladri non professionisti; quelli cioè mediamente preparati ma non in grado di disporre di costose attrezzature.

 Più in particolare, le categorie merceologiche più colpite risultano essere:

–     Tabaccherie

–     Farmacie

–     Oreficerie, Negozi di telefonia, HI–FI…

–     Negozi di abbigliamento e pelliccerie

 Il notevole aumento di furti e soprattutto rapine che hanno colpito negli ultimi anni tabaccherie e farmacie è motivato da diversi elementi:

–     sempre più alta concentrazione di denaro contante all’interno dei locali ove si svolge l’attività;

–     inadeguata protezione dei beni dovuta essenzialmente alla tipologia di attività (esercizi aperti al pubblico senza alcun tipo di controllo, inesistenza di casseforti, ecc.) non in grado di contrastare gli attacchi condotti con arnesi comuni da parte di ladri non professionisti;

–     realizzo immediato e sicuro da parte dell’autore del furto o della rapina.

 In virtù delle considerazioni appena fatte sarebbe semplicistico oltre che fuorviante pensare che basti una copertura assicurativa per soddisfare pienamente tale bisogno di sicurezza, né tanto meno i problemi ben più complessi connessi alla criminalità.

 Va inoltre precisato che il presupposto di assicurabilità di qualsiasi rischio da parte di una Compagnia di assicurazione si basa sul principio di probabilità di accadimento dell’evento dannoso e non sulla certezza dello stesso, altrimenti il prezzo corretto della polizza assicurativa dovrebbe essere pari ai valori assicurati.

 E’ quindi evidente che, anche in presenza di una copertura assicurativa, l’assicurato deve avere lo stesso grado di interesse a che l’evento dannoso non si verifichi, al fine di soddisfare i requisiti necessari per l’assumibilità del rischio da parte della Compagnia ed evitare di trasferire sulla collettività il costo economico della propria negligenza, sfruttando impropriamente il principio di mutualità su cui l’assicurazione stessa si basa.

 La negligenza da parte del detentore dei beni nel caso di furto potrebbe essere determinate a che l’evento dannoso accada se si considera che l’evento stesso è determinato esclusivamente dal fatto doloso dell’uomo e non da fatti colposi o accidentali come nella stragrande maggioranza delle coperture assicurative.

 In questo contesto trova quindi la sua logica collocazione la prevenzione, che ha per obiettivo la riduzione, in termini di frequenza e di entità di danno, della sinistralità che si traduce in termini pratici in una sottoscrizione della polizza assicurativa più equilibrata con costi equi per il cliente.

La convergenza di interessi, quindi, consente al cliente stesso di ottenere dall’Assicuratore un servizio di assistenza e consulenza nel valutare le protezioni esistenti ed eventualmente consigliare il potenziamento delle misure di sicurezza sulla base delle specificità del rischio (es. negozio, laboratorio, industria / reale consistenza dei beni da proteggere). In altri termini, l’assicuratore non deve più limitarsi a proporre esclusivamente quale polizza è la più adeguata per le esigenze del cliente ma deve porsi nell’ottica di un interesse comune nella difesa dei beni da assicurare.

Vantaggi per il cliente:

–     Servizio di consulenza gratuito

–     Migliore protezione grazie all’apporto di gente con esperienza (assicuratori)

–     Minore costo della polizza

–     Minori problemi in caso di sinistro perché l’Assicuratore ha partecipato in fase di assunzione

 Il livello di protezione a cui bisogna tendere a seguito di un’attenta analisi dello specifico rischio dovrà essere un giusto compromesso tra il costo in termini economici per la sua realizzazione ed il valore intrinseco dei beni da proteggere, sfruttando sinergicamente le potenzialità dei singoli sistemi in modo efficace ed economico.

L’orientamento attuale in tema di prevenzione per ottenere un buon livello di protezione è quello di combinare opportunamente i sistemi di sicurezza passivi, attivi ed umani in funzione delle effettive dimensioni e natura del rischio.

A)      PROTEZIONE PASSIVA

Riguarda le caratteristiche:

v  strutturali sia dei fabbricati (o porzioni) ove si svolgono le attività, che delle eventuali recinzioni

v  dei mezzi di chiusura (porte, finestre, vetrine, lucernari ecc.)

v  dei mezzi di custodia dei beni (armadi corazzati, casseforti, camere di sicurezza e corazzate ecc.) e di resistenza degli stessi alle effrazioni.

B)      PROTEZIONE ATTIVA

v  Impianti di allarme, antintrusione, antifurto ed antirapina posti a protezione del rischio.

C)      PROTEZIONE UMANA

v  Servizi di vigilanza armata sia interna che esterna nonché eventuale presenza di personale posto alla gestione degli impianti.

Per maggiori dettagli ed approfondimenti in merito vi rimando al manuale sulla prevenzione, edito in sede associativa ANIA, che può risultare un valido strumento di facile consultazione non solo per i tecnici del settore.

La progettazione di un valido sistema di sicurezza deve essere mirato alla tipologia di rischio ed allo specifico contesto in cui il rischio stesso è inserito, ma a titolo esemplificativo possiamo evidenziare delle possibili misure da adottare relativamente ad attività particolarmente soggetti all’evento rapina con elevata concentrazione di denaro:

–     Occultamento dei valori per mezzo di casseforti atte a tale scopo;

–     Prelevamento dei valori tramite istituti specializzati nel trasporto valori;

–     Relativamente alle farmacie: ricovero delle ricette e dei medicinali ad alto rischio (stupefacenti) in casseforti alla chiusura dell’esercizio.

 Con tutto quanto detto ci si auspica di creare una maggiore sensibilità alla prevenzione, consapevoli che assicurazione e prevenzione non sono tra di loro alternative ma complementari: la prevenzione è condizione essenziale per l’assicurabilità del rischio, comunque circostanza positivamente influente sul costo assicurativo, nonché elemento di tranquillità e sicurezza.