Negli ultimi anni la professione del perito assicurativo è stata oggetto di numerosi cambiamenti, che hanno interessato il rapporto con le Mandanti, ma anche il modo stesso di procedere negli accertamenti peritali e nelle modalità procedurali di espletamento ed evasione dell’incarico.
La tecnologia e i suoi tempi più veloci sono diventati il parametro forse principale di valutazione del nostro lavoro.
Gli studi peritali sono più grandi e strutturati ed il perito, oltre a mantenere i suoi livelli di professionalità assolutamente specifici e particolari, si è dovuto inventare spesso come imprenditore e manager.
Ormai tutto ciò è bagaglio normale della nostra vita, ma solo 20 anni fa pochi di noi avrebbero immaginato uno scenario di lavoro come quello attuale.
E in questi ultimi anni altre novità importanti si sono aggiunte, con un ruolo del perito spesso parallelo o diverso e qualche volta subordinato o addirittura scavalcato.
Basti pensare alla non perizia gestita dalle Compagnie, ma anche alla pronta liquidazione o alla gestione dei sinistri da fenomeno elettrico o alle perizie georeferenziate.
Tutta questa premessa per evidenziare due fattori
1. La nostra professione è sempre stata in continua trasformazione, almeno nei suoi contorni e nei suoi aspetti accessori, pur rimanendo il fulcro centrale della perizia assicurativa e del relativo mandato
2. La nostra categoria ha saputo più o meno adattarsi e trasformarsi, adeguandosi alle nuove esigenze del mercato.
Chi, anche in passato, ha tenuto ferma la bandiera solo del vecchio modo di far perizie è rimasto spesso fuori o ai margini.
Oggi nuove sfide sono ormai presenti e tra queste quella della liquidazione dei sinistri con intervento di riparazione in forma specifica è una delle più importanti e già si affaccia prepotentemente sullo scenario peritale.
Diversi sono i soggetti che già la praticano (compresi studi peritali), con approcci differenti e risultati più o meno incoraggianti.
Più di una Compagnia sta facendo sperimentazione.
Se verrà individuato un modello operativo funzionale alle esigenze delle mandanti, che coniughi correttezza liquidativa con velocità di intervento e risparmio sull’importo di indennizzo pagato medio, il sistema prenderà inevitabilmente campo, fino a invadere e monopolizzare tutto il mercato delle perizie rami elementari di massa, allargandosi dai sinistri acqua condotta anche alle altre fattispecie di danno.
In questo quadro, nuovamente si alza forte la voce di quelli che per semplicità chiamerò i conservatori, che ancora una volta gridano allo scandalo ed alla morte della nostra professione.
Io credo che l’approccio al problema debba essere totalmente diverso da quello puramente difensivo di questi colleghi.
Il toro va preso per le corna e cavalcato, tanto ci calpesterebbe comunque.
Quali sono allora le azioni che possiamo mettere in campo.
Innanzi tutto ribadire il principio che senza l’intervento tecnico assicurativo estimativo del perito, il rischio per la Mandante è di una liquidazione non appropriata sia contrattualmente che monetariamente.
Ma poi bisogna produrre dei modelli di intervento nei quali la presenza del perito come elemento dominante del processo, sia garanzia di risultato assicurativamente valido, di qualità della riparazione, di soddisfazione per l’assicurato; il tutto nell’ambito del giusto indennizzo.
Esistono strumenti informatici e partner tecnici organizzati che possono dare al perito un valido supporto per organizzare un servizio di liquidazione danni con riparazione in forma specifica, che il perito stesso potrà proporre alle Compagnie, mantenendo il ruolo di dominus nel il rapporto diretto con la mandante e con gli assicurati.
Se organizzato su vasta scala con la partecipazione di molti studi e di partner tecnici in grado di coprire ampie zone geografiche, il sistema potrebbe permettere una interconnessione tra gli studi, con la creazione di sistemi integrati di lavoro e scambio informazioni e la realizzazione di banche dati per polizze e sinistri, che attualmente non esistono.
È questa, a parer mio la strada da seguire. Senza paure o lotte di retroguardia.
Là nostra è una categoria da sempre abituata al cambiamento ed alla innovazione.
Per una volta, smettiamo di rincorrere e agiamo di anticipo.
In questo contesto, ASSIT sta studiando alcuni progetti che vanno in questa direzione e che a breve verranno sottoposti alla platea dei soci con un referendum on line (tanto per rimanere nel campo delle novità).
Seguirà rapidamente la messa a punto del progetto, in modo da poter essere operativi e propositivi nei confronti delle Compagnie.
A cura di: Giovanni Stazio
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