Autore: Marco Ruggi
A+, Assofuturo e Pacta. Ho partecipato, unitamente ad un gruppo misto fra periti, periti imprenditori ed imprenditori veri, con riferimento alle società di bonifica e nuovi servizi assicurativi, alla presentazione di Assofuturo. La prima nata, “associazione delle società peritali e servizi per le assicurazioni”.
Presentazione convinta ed entusiasta per parte del Presidente Vittorio Lercari, ma con riscontro tiepido dai presenti. Difficile attendersi degli “ola” dai periti, composti, riflessivi per loro stessa natura e sempre concentrati sulla distanza massima del proprio orizzonte visivo. Tuttavia, non me ne vogliano i colleghi di Assofuturo, qualcosa è mancato.
Ciò che è mancato, non è tanto la bontà del proposito, bensì il proposito medesimo. Eccessiva riservatezza nel dire, per non esporsi nelle strategie, ha confuso il piano, ottenendo di risultare poco ammiccante. Condividere spese per studi di settori, piuttosto che approcciarsi, uniti, verso consulenti onerosi, per adempiere a burocrazie fiscali o previdenziali è certamente un buon proposito.
Ma non possono essere solo queste, le ragioni da indurre le società peritali ad associarsi. Indiscutibilmente l’aspettativa non può che essere politica, lobbistica di categoria. Se l’associazione vuole raggruppare il presente ed il futuro prossimo del mercato, intrepretato dalle società, deve forzatamente fare strategia comunicativa di rappresentanza degli interessi degli iscritti, anche con azioni forti.
Attività lobbistica per la quale fino ad oggi i periti hanno dimostrato di esserne incapaci.
Attività lobbistica, una professione che nel nostro paese viene vista nell’accezione negativa della parola; il lobbista è inquadrato come un interlocutore trafficone, coperto da ombre scure.
Quella del lobbista è in realtà una professione legittima, legittimata e trasparente; molto affermata negli States. Cos’è il lobbismo?
I dizionari lo identificano più o meno così: “Azione esercitata da lobby economiche o da corporazioni su funzionari, su uomini politici, sulle istituzioni pubbliche e private per orientarne a proprio vantaggio le decisioni. Il lavoro del lobbista è presentare una istanza, lasciando libera scelta decisionale. Non è chiedere favori ma fare convincere delle esigenze di una categoria economica”.
Il tempo dirà se i fondatori di Assofuturo troveranno il coraggio di dichiararsi orientati a fare lobby e ciò potrebbe servire realmente per essere il nuovo che avanza con tanti militanti al seguito.
Successivamente ad Assofuturo, abbiamo letto della costituzione di altra associazione tra società peritali e servizi per le assicurazioni, Pacta.
Non mi soffermo sulla fantasia dei nomi, perché tra Assofuturo, Pacta ed A+ che nel peggio resta a mio avviso il migliore, forse uno studio di marketing ci voleva, ma anche per questo, immagino sia prevalso il pensiero del professionista tuttologo.
Di Pacta poco sappiamo, se non i nomi dei fondatori di alto lignaggio peritale.
Per quanto si apprende dal loro comunicato stampa, che di comunicativo ha, per parte mia, ben poco, l’associazione si propone differentemente rispetto ad Assofuturo.
Pacta, enfatizza il proposito: “ Pacta….propone come nuovo “punto di riferimento per la difesa e il rilancio della professionalità peritale del nostro Paese e per una rivalutazione dell’Istituto della perizia contrattuale. .. anche il perito/loss adjuster (chiamato, giorno dopo giorno, a svolgere, in caso di sinistro, un ruolo fondamentale di intermediazione con l’utenza, e la cui operatività ha un’immediata ricaduta sui risultati del processo industriale assicurativo) “non può esimersi dal confrontarsi con le minacce e le opportunità insite in tale cambiamento, evolvendo verso modelli gestionali più avanzati, orientati al cliente e attenti ai costi”.
Leggendo e provando ad interpretare (qualcuno mi aiuti), mi viene da concludere che Pacta sia una sorta di altra associazione per periti, più che per società di servizi; alternativa a quelle esistenti o forse costituita, invece, per fare quello che le attuali associazioni peritali, Cpu compresa, non fanno; attività di lobby! Ancora non mi risulta organizzato un incontro pubblico per la presentazione di Pacta, e forse neppure verrà indetto, stante le sembianze da club riservato a pochi.
Il tempo ci dirà, ma intanto veniamo ad A+, evoluzione naturale di Confederazione Periti Uniti. Un transatlantico di periti che si muove lento lento, a velocità nautica appunto; che si consuma in mille discussioni e divisioni peggio del Pd, fra indecisi, cospiratori e franchi tiratori.
Il proposito, per quanti ancora non ne sono a conoscenza, (e come potrebbero, visto che l’informazione procede con il passa parola?) è di far confluire in Cpu, alla cui guida abbiamo oggi Giorgio Zappa, in A+.
Raggiunto l’obiettivo, preventivato per la metà dell’anno (corrente), risulterebbe un’unica associazione in rappresentanza dei periti, poiché in essa confluirebbero tutte le esistenti: Aipai, Anpre, Assit.
Per chi ha letto lo statuto di A+, interpretativo della sola tradizione del perito libero professionista, trova elementi di riflessione e contraddizioni rispetto alle esigenze del mercato attuale, tuttavia non manca di coerenza.
Vale a dire, rappresentare e valorizzare al meglio la figura del libero professionista perito, per requisiti soggettivi. Una sorta di ordine professionale che si richiama alla norma Uni di riconoscimento. Ci sta!
Personalmente ne sono favorevole, seppure penalizzi una associazione come Assit, che per statuto innovativo accetta le società peritali.
Il senso, in un mercato maturo, sarebbe tutelare i professionisti della perizia, attraverso una propria unica associazione; mentre, ad altra forma aggregativa, l’affidare la rappresentanza delle società di servizi peritali e non solo.
Due in tutto!
Sono convinto che arriveremo a questo traguardo, e non per nostre volontà, ma perché il mercato prefigura, già con certezza, il nuovo.
Una trentina di società di servizi, anche peritali ed un numero di addetti periti sotto il migliaio.
Con questi numeri chiedo a voi lettori, se hanno senso più rappresentanze di associazioni di società peritali, quando l’attività lobbistica da svolgere è per interessi condivisi; lo stesso dicasi per le rappresentanze dei periti singoli.
L’attività di lobby si realizza con le aggregazione forti, per un obiettivo comune: periti liberi professionisti e società peritali vendono (termine più attuale di “offrono”) in primis perizie tecniche assicurative, il core business di tutti.
Ancora per poco?
Commenti recenti